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Finte vaccinazioni: licenziata l'infermiera che non somministrò la vaccinazione a centinaia di bambini

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L’infermiera accusata di aver somministrato finte vaccinazioni a centinaia di bambini è stata licenziata dall’Azienda sanitaria veneta.

Il caso delle finte vaccinazioni; Emanuela Petrillo, infermiera di trent’anni accusata di non aver somministrato, tra il 2009 e il 2016 è stata licenziata. Ad assumere il provvedimento è stata l’Azienda sanitaria veneta per la quale lavorava. La vicenda era venuta alla luce lo scorso aprile a Treviso, sollevata a seguito dei dubbi dei colleghi della donna. Questi erano insospettiti perché nessuno dei pazienti piangeva in occasione dei vaccini. Si era poi esteso poco tempo dopo in Friuli dove aveva lavorato precedente.

Vaccinazioni: il caso di Treviso

Negli ultimi tempi si è discusso a lungo sul tema vaccinazioni ed ancora si sta discutendo. Sono molti i genitori che decidono di non vaccinare i propri figli, altri, invece, si schierano dalla parte di coloro che sostengono l’importanza della vaccinazione.

Negli ultimi mesi, però, ci sono stati molti casi di bambini che, a seguito di una mancata vaccinazione, si sono ammalati. Per questo motivo è intervenuto il Ministero della Salute redigendo nel marzo scorso un documento che spiega nel dettaglio l’importanza delle vaccinazioni.

La storia delle malattie infettive in Italia, come nel resto del mondo, è stata vistosamente modificata dall’introduzione delle vaccinazioni. Sfortunatamente non tutte le malattie sono prevenibili ma, ad oggi, disponiamo di vaccini sicuri ed efficaci per contrastare diverse malattie infettive. Tra queste vi sono anche condizioni che impattano negativamente sulla qualità di vita sia nel breve che nel lungo periodo.

Il Ministero della Salute

Sul documento stilato dal Ministero della Salute si legge: ” La catena di dubbi e perplessità in merito alla sicurezza dei vaccini, può portare i genitori alla decisione di non sottoporre i propri figli alle vaccinazioni oggetto di specifiche raccomandazioni nazionali. In alcuno casi può succedere anche che essi decidano di posticiparne l’inizio, esponendo i loro figli ad un rischio aumentato e non trascurabile di contrarre malattie infettive e di diffonderle ulteriormente. L’altro lato della medaglia è il calo delle coperture vaccinali sotto i valori soglia raccomandati, con il rischio di riemergenza di malattie infettive già eliminate e sotto controllo. Per questo è fondamentale saper comunicare il rischio, sia per poter arginare la diffusione di teorie bizzarre sia per poter aiutare i genitori nel processo decisionale riguardante le vaccinazioni.”

Ma quando a decidere non sono i genitori? E’ il caso di Treviso, dove un’infermiera di trent’anni, Emanuela Petrillo ha finto di somministare le vaccinazioni a centinaia di bambini, il tutto all’insaputa dei genitori che erano convinti che il proprio figlio fosse stato vaccinato. L’infermiera aveva lavorato prima nel distretto sanitario di Codroipo dal 2009 al 2015, poi all’Usl 2 di Treviso dove si era trasferita in seguito.

La sentanza

La vicenda era venuta alla luce lo scorso aprile a Treviso, sollevata a seguito dei dubbi dei colleghi della donna, insospettiti perché nessuno dei pazienti piangeva in occasione dei vaccini. Questo si era poi esteso poco tempo dopo in Friuli dove aveva lavorato precedente.

I reati inizialmente ipotizzati furono l’ipotesi di omissione d’atti d’ufficio e falso in certificazioni. A questi si aggiunse anche quella di peculato. In queste ore il suo legale ha reso nota la decisione dell’Azienda sanitaria veneta per la quale lavorava. La donna, infatti, sarà licenziata. La Petrillo resta indagata dalla Procura della Repubblica di Udine per ipotesi di reato di peculato, omissione d’atti d’ufficio e falsità in certificazioni, prossimamente si saprà la sanzione emessa nei confronti dell’infermiera.