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Coronavirus: smart working e invito a usare auto, multinazionali si 'armano'/Adnkronos

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Milano, 22 feb. (Adnkronos) (di Vittoria Vimercati) - Telelavoro (se possibile), invito a non usare i mezzi pubblici e riposo obbligato per i dipendenti che vivono nei Comuni più infetti del lodigiano. Le multinazionali con sede a Milano e nell'hinterland sono in allerta e preparano prov...

Milano, 22 feb. (Adnkronos) (di Vittoria Vimercati) – Telelavoro (se possibile), invito a non usare i mezzi pubblici e riposo obbligato per i dipendenti che vivono nei Comuni più infetti del lodigiano. Le multinazionali con sede a Milano e nell'hinterland sono in allerta e preparano provvedimenti per arginare i contagi da Coronavirus. Già da ieri nelle caselle di posta di centinaia di migliaia di dipendenti sono iniziate a circolare le prime disposizioni, che seguono alla lettera l'ordinanza della Regione Lombardia e del ministero della Salute: chi abita nei Comuni del lodigiano focolaio dell'infezione deve stare a casa, "fino a nuove indicazioni". Lo hanno fatto, ad esempio, A2a, Ibm, Eni, Saipem, Pirelli, Salini Impregilo, PwC, Luxottica e anche le grandi banche come Unicredit.

Da alcune aziende sarebbero arrivate anche altre indicazioni, si apprende, più informali, come l'invito, per alcuni dipendenti che fanno i pendolari, a evitare mezzi pubblici come i treni o, per chi abita in città, le metropolitane. Ogni azienda ha la sua sensibilità sul fronte salute e sicurezza sul lavoro, ma sarebbe per ora difficile e ingiustificato, ragiona un dipendente di un'azienda che si occupa di risorse del personale, chiudere i battenti e lasciare a casa tutti: per gli stabilimenti, in particolare, significherebbe fermare la produzione, con ricadute notevoli sul fatturato. L'indiscrezione secondo cui a Luxottica si era pensato di chiudere la sede milanese di piazzale Cadorna è tra l'altro infondata, secondo fonti dell'azienda interpellate dall'Adnkronos. Il gruppo dell'occhialeria, però, come molti altri, sta monitorando la situazione e vagliando varie ipotesi sulle decisioni da prendere nei prossimi giorni. Soprattutto nel caso in cui i contagi esplodessero anche nella città di Milano: tutti sono pronti a correre ai ripari in caso di necessità.

Sempre a riguardo, un portavoce Eni ha precisato che la società "sta monitorando attentamente la situazione, naturalmente anche a livello internazionale, e ha messo in campo tutte le misure necessarie a tutela delle proprie persone, soprattutto in termini di raccomandazioni e informazioni capillari fornite ai dipendenti". Cauta, per ora, la prefettura. "Non ci sono emergenze tali da farci pensare a chiusure di servizi pubblici", ha detto il prefetto di Milano, Renato Saccone, al termine di un incontro anche con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per fare il punto sul Coronavirus. Tutto sta, insomma, alla volontà o meno di ciascuna società, almeno per ora. "Molte imprese e uffici pubblici potranno fare ricorso al telelavoro per ridurre gli spostamenti sul territorio", ha aggiunto Saccone invitando a rispettare le norme di "igiene personale e a fare ricorso al 112" in caso di necessità. L’invito è anche "a ridurre le relazioni sociali".