Nanotecnologie contro lo smog, utilizzate per ristrutturare facciate edifici

Palermo, 6 mar. (Adnkronos) - “Abbiamo ideato un formulato nanotencnologico che potrà essere utilizzato per gli interventi sulle facciate esterne degli edifici sfruttando le tecnologie più innovative, garantendo così una maggiore durata dei lavori di ristrutturazione nel t...

Palermo, 6 mar.

(Adnkronos) – “Abbiamo ideato un formulato nanotencnologico che potrà essere utilizzato per gli interventi sulle facciate esterne degli edifici sfruttando le tecnologie più innovative, garantendo così una maggiore durata dei lavori di ristrutturazione nel tempo, prevenendo la formazione di alghe, muffe e batteri, che sono i principali responsabili del degrado dei materiali.” A dirlo Sabrina Zuccalà direttore del laboratorio di nanotecnologie “4wad360” che, dopo aver applicato i nanomateriali prodotti dal suo laboratorio per preservare i beni culturali, le opere d’arte, i monumenti, il patrimonio archeologico e storico, manufatti in legno e in marmo, ha ora l’opportunità di portare le innovazioni tecnologiche in ogni casa, per recuperare le facciate di palazzi e condomini.

“L’assorbimento di acqua ed inquinanti da parte dei supporti porosi posti in facciata – spiega Zuccalà – è una delle cause principali, dirette o indirette, del degrado chimico, fisico, biologico dei materiali. L’acqua e gli agenti inquinanti da essa veicolati esercitano la loro azione degradante anche sulle parti metalliche che si trovano in facciata, provocando ossidazioni e relative colature nelle zone sottostanti. La nanotecnologia protegge le superfici restaurate perché impedisce a smog e agenti atmosferici di penetrare nei materiali favorendo inoltre l’azione di pulizia da parte della pioggia, la quale laverà via lo sporco superficiale che si accumulerà negli anni successivi perché esso che non penetrerà più nelle facciate".

"È importante utilizzare prodotti che non formano un film superficiale dannoso e non permeabile al vapore, soprattutto in caso di presenza di umidità da risalita capillare, perché i sali che arrivano in superficie farebbero sfogliare i protettivi tradizionali e farebbero deteriorare ulteriormente le superfici dopo poco tempo”.

“Tra l’altro queste tecnologie sono anche in grado di risolvere definitivamente il problema dell’umidità da risalita capillare – dice anche Maria Fausta Anzioli tecnico del laboratorio e referente per i beni culturali – attraverso l’applicazione della tecnologia a multifrequenza, l’ultima innovazione nel mondo della deumidificazione muraria elettrofisica.

Con la tecnologia dei nostri apparecchi si superano infatti i limiti degli apparecchi mono-frequenza, perché essa sfrutta l’emissione contemporanea di impulsi a frequenze differenti. La tecnologia ottiene così risultati eccellenti su tutte le strutture murarie, indipendentemente dalla concentrazione dei sali e dalla composizione della muratura stessa".