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Messina: truffa all'Asp, arrestati noto farmacista e medico di base (2)

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(Adnkronos) - In questo contesto, è stato rilevato che le prescrizioni mediche, ritenute “anomale”, "venivano utilizzate principalmente per acquisti effettuati quasi esclusivamente presso un'unica Farmacia territoriale dell’Asp di Messina, con sede nella zona sud d...

(Adnkronos) – In questo contesto, è stato rilevato che le prescrizioni mediche, ritenute “anomale”, "venivano utilizzate principalmente per acquisti effettuati quasi esclusivamente presso un'unica Farmacia territoriale dell’Asp di Messina, con sede nella zona sud della città dello Stretto". Nell’ambito delle operazioni, condotte anche con l’ausilio di attività tecniche, è stata acquisita copiosa documentazione sanitaria e sono state sottoposte a sequestro numerose prescrizioni mediche, presso vari uffici dell’Asp di Messina. Le relative risultanze hanno evidenziato l’esistenza di una collaudata associazione a delinquere, composta dal titolare della farmacia, da due dipendenti della stessa, dalla madre del farmacista e da un medico di base dell’Asp di Messina, finalizzata alla commissione di truffe per il conseguimento di indebite erogazioni pubbliche, allo stato quantificate in circa 140.000 euro.

L'associazione "aveva quale base logistica la sede della farmacia messinese che, in breve tempo, ha visto aumentare in maniera esponenziale i propri complessivi flussi di vendita (prescrizioni mediche “rosse” più quelle “bianche”) che, nell’anno 2015, ammontavano ad 827.071,05 euro, per passare poi, negli anni successivi, a 1.360.369,35 euro nel 2016 e ad a 1.501.317,85 euro nel 2017 – dicono le fiamme gialle – Tali volumi d’affari, tra l’altro, sarebbero in controtendenza con i minor flussi di vendita di tutte le altre farmacie territoriali presenti sul territorio messinese, tanto da porla tra le prime farmacie territoriali dell’ASP di Messina per fatturato da vendita di farmaci".

"Il sistema di frode scoperto dalle Fiamme Gialle si presenta semplice ma funzionale, tanto da far passare in secondo piano l’interesse per l’ordinaria attività di farmacia, ovvero la vendita reale di farmaci ai consumatori, che si pone, per questo esercizio, quasi come una mera attività di facciata. Il titolare, infatti, con l’aiuto dei sodali, tra cui la madre ed alcuni collaboratori della farmacia, avrebbe gestito ed alimentato il collaudato meccanismo illecito – spiegano gli inquirenti – Una vera e propria catena di produzione di false prescrizioni mediche, mediante il continuo approvvigionamento di ricette “rosse”, sulle quali apporre le fustelle, provenienti da farmaci scaduti o venduti a clienti fidelizzati e privi di esenzione ticket, ai quali veniva, di sovente, applicata una particolare scontistica. Successivamente, si passava alla meticolosa preparazione di una contabilità amministrativa apparentemente regolare, finalizzata alla riscossione dei rimborsi chiesti mensilmente e successivamente liquidati dall’Azienda Sanitaria Provinciale".