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Coronavirus: Cabras (M5S), 'da Ue Italia ha bisogno di salvagente non di cappio'

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Roma, 26 mar. (Adnkronos) - “L’Italia non può permettersi in nessun modo di accettare un cappio al posto di un salvagente”. Lo afferma Pino Cabras, deputato del Movimento 5 Stelle e capogruppo in commissione Esteri. "Siamo obbligati, nel momento più delicato dell...

Roma, 26 mar. (Adnkronos) – “L’Italia non può permettersi in nessun modo di accettare un cappio al posto di un salvagente”. Lo afferma Pino Cabras, deputato del Movimento 5 Stelle e capogruppo in commissione Esteri. "Siamo obbligati, nel momento più delicato della storia della nostra Repubblica, a considerare con estrema preoccupazione -denuncia- il documento presentato alla riunione dell'Eurogruppo da Klaus Regling, il direttore generale del Mes e posto come base di discussione per il tele-summit dei governanti europei. Il blocco nordico dei Paesi Ue vuole imporre ancora una volta -perfino nell’occasione più drammatica della storia europea degli ultimi 70 anni- le sue vecchie ricette sadiche fatte di austerity, lacrime, sangue, riforme strutturali, condizionalità debitorie, tagli sociali efferati, parlamenti genuflessi e popoli sofferenti. Mentre ovunque nel mondo si fa compiere il proprio mestiere alle Banche centrali per fornire all’economia tutta la liquidità che sarà necessaria, un gruppo di dirigenti europei fuori dal mondo e fuori dalla storia, e con troppi complici ancora a piede libero, propone soluzioni finanziarie micragnose, deboli, pensate unicamente per conservare un sistema di potere, una gerarchia fra Stati che salva i pochi e condanna i molti".

“Ritengo che mentre la Germania si sta preparando tecnicamente a salvarsi fino a nazionalizzare quasi tutto, debba esserci di nuovo in Italia lo Stato imprenditore e banchiere. Il prezzo del coronavirus -conclude Cabras- sarà molto pesante per il mondo intero e nessuno ci regalerà il futuro, lo sappiamo. Ma non dovremo peggiorare le cose: no a qualsiasi condizionalità, no a soluzioni lussemburghesi, no al Mes, sì alla riconquista di un dominio dei mezzi monetari e fiscali che ci emancipi da chi vuole lucrare miseramente perfino nella crisi pandemica”.