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Coronavirus: Zappulla (Articolo Uno), 'stop a propaganda Musumeci, ora operazione verità'

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Palermo, 3 apr. (Adnkronos) - "E' venuto il tempo, in questi giorni di emergenza da Coronavirus, che i siciliani sappiano concretamente quanti dei 2.800 posti di degenza ordinaria e dei 602 posti di terapia intensiva, previsti nel Piano di intervento ospedaliero del Governo regionale, sono...

Palermo, 3 apr. (Adnkronos) – "E' venuto il tempo, in questi giorni di emergenza da Coronavirus, che i siciliani sappiano concretamente quanti dei 2.800 posti di degenza ordinaria e dei 602 posti di terapia intensiva, previsti nel Piano di intervento ospedaliero del Governo regionale, sono realmente attivati, e se i tempi per realizzarli sono compatibili con l’emergenza. Se sono stati accreditati i 100 milioni di euro annunziati, a integrazione di quelli nazionali già fruibili, per i Comuni siciliani a sostegno dei drammi sociali che si stanno vivendo". A chiederlo è il segretario regionale di Articolo Uno, Pippo Zappulla, rivolgendosi direttamente al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e all’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza.   "Non è inoltre ozioso – continua Zappulla – fare sapere ai siciliani quali criteri siano stati adottati nella distribuzione territoriale dei posti letto nei vari territori e province. Dal governo regionale ci aspettiamo meno propaganda e più risposte certe ed esigibili su come sono organizzati tutti i pronto soccorso e le ambulanze degli ospedali siciliani, se siano stati consegnati i dispositivi di protezione individuale a tutto il personale sanitario, se si stianos effettuando senza incredibili ritardi i tamponi per quanti sono particolarmente esposti, se si stia ovviando alla precaria presenza dei reagenti in larga parte della Sicilia. Non è il momento – conclude Zappulla – della polemica e degli scontri e, superata l’emergenza, chiederemo conto e ragione al centrodestra siciliano, e a qualche pseudo esponente del centrosinistra, dei tagli drammatici fatti negli ultimi venti anni alla sanità pubblica".