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Coronavirus: Romani-Berruti (Cambiamo), 'stop lezioni da Olanda paradiso fiscale'

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Roma, 8 apr. (Adnkronos) - "La trattativa europea sugli strumenti con i quali affrontare l’emergenza da Covid 19 divide l’Unione fra il fronte Mediterraneo, che vorrebbe una copertura comunitaria e solidale di tutti i Paesi europei per l’emissione di titoli, i cosiddetti Eurob...

Roma, 8 apr. (Adnkronos) – "La trattativa europea sugli strumenti con i quali affrontare l’emergenza da Covid 19 divide l’Unione fra il fronte Mediterraneo, che vorrebbe una copertura comunitaria e solidale di tutti i Paesi europei per l’emissione di titoli, i cosiddetti Eurobonds o simili, e i rigoristi che propongono un utilizzo light del Mes, posizione difesa dalla Germania. Un fronte, quello dei rigoristi, che vede il protagonismo assoluto dell’Olanda, il più grande paradiso fiscale del mondo". Lo sottolineano i senatori di Cambiamo Paolo Romani e Massimo Berutti.

"12.000 multinazionali, fra le quali 80 dei 100 più grandi gruppi mondiali, hanno scelto l’Olanda -ricordano- come sede fiscale con poco più di un indirizzo su una cassetta delle lettere. Grazie a due grandi vantaggi: la possibilità di concordare da un lato un trattamento fiscale speciale con il ministero delle Finanze olandese, del tutto riservato, e dall’altro, soprattutto per quanto riguarda i giganti del Big Tech, di non pagare un euro di tasse sulle royalties, che fanno arrivare copiose e appositamente gonfiate. Parliamo di decine di miliardi di imponibile fiscale che vanno in fumo: per l’Italia rappresenta una perdita in termini di tasse di almeno 10 miliardi all’anno. Molto di più dell’eventuale costo per l’Olanda della sua quota parte per la partecipazione agli Eurobond".

"L’egoismo del Paese dei tulipani deve finire. Ed il governo italiano, come già ha fatto il Parlamento europeo, deve far rilevare con durezza la furbizia del sistema che si nasconde dietro i palazzi di vetro di Amsterdam. Rimandiamo al mittente -conclusono Romani e Berutti- le lezioni di rigore da chi gioca scorrettamente sul piano fiscale. L’Europa deve cambiare, la crisi che ci troviamo tutti ad affrontare sia occasione per rifondare l’Unione sui principi di solidarietà in base ai quali era nata".