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Coronavirus: Sibilia, 'non credo che Italia sia ancora un porto sicuro'

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Roma, 8 apr. (Adnkronos) - "Stiamo vivendo una situazione d'emergenza senza precedenti, da ora in poi -risolto il caso Alan Kurdi- bisogna decidere come operare. Se arriva una nave con 200-500 migranti a bordo non possiamo mettere in piedi un sistema di quarantena su navi private". Lo...

Roma, 8 apr. (Adnkronos) – "Stiamo vivendo una situazione d'emergenza senza precedenti, da ora in poi -risolto il caso Alan Kurdi- bisogna decidere come operare. Se arriva una nave con 200-500 migranti a bordo non possiamo mettere in piedi un sistema di quarantena su navi private". Lo dice, interpellato dall'Adnkronos, il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia, pur non volendo entrare nel merito della vicenda Alan Kurdi. Proprio sul caso della nave umanitaria tedesca, ieri l'Adnkronos ha anticipato come ci sia sul campo l'ipotesi di trasferire i 150 migranti a bordo della nave della ong battente bandiera tedesca, già nelle prossime ore, in una nave della Croce rossa italiana, dove potrebbero trascorrere la quarantena, mentre il governo valuta di considerare, a partire dai prossimi casi, l'Italia porto non sicuro, a causa dell'emergenza sanitaria con cui il Paese è alle prese: su questo, non a caso, ieri circolava già una bozza di decreto.

"Le ong hanno salvato delle vite in mare? Ok -dice Sibilia, avanzando una sua proposta – se la destinazione più vicina siamo noi, allora si entra in porto, ma la quarantena dei richiedenti asilo va fatta sulla stessa nave della ong che ha prestato soccorso. E' questa la soluzione da mettere in campo. Ammesso che si possa considerare il nostro Paese ancora un Place of Safety, un posto sicuro – ammette il sottosegretario – Con un'emergenza di tale portata ancora in corso, non credo possiamo più garantirlo".