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Agrigento: Sgominata banda di spacciatori che vendeva droga ai minori, quattro arresti (2)

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(Adnkronos) - I militari operanti hanno accertato "come il sodalizio criminale, composto per la maggior parte da extracomunitari di origine tunisina, con l’appoggio di alcune persone del posto, gestisse di fatto totalmente lo spaccio di sostanze stupefacenti di ogni tipo (marijuana, hashi...

(Adnkronos) – I militari operanti hanno accertato "come il sodalizio criminale, composto per la maggior parte da extracomunitari di origine tunisina, con l’appoggio di alcune persone del posto, gestisse di fatto totalmente lo spaccio di sostanze stupefacenti di ogni tipo (marijuana, hashish e cocaina) per poi rivenderle a clienti locali, talvolta anche minorenni. Proprio in virtù della varietà dell’offerta di stupefacente, il nome Bazar dato all’operazione". La sostanza veniva acquistata nella “piazza” di Palermo, per poi essere trasportata, appositamente celata in vani creati ad “hoc” delle auto nella disponibilità dei complici o mediante corrieri che si muovevano su autobus di linea. L’attività di smercio, avveniva dapprima con un contatto telefonico da parte dei vari acquirenti, che richiedevano tipo e quantità di sostanza stupefacente al pusher di riferimento. Lo stesso dava poi indicazioni sul luogo e l’orario dello scambio. Pusher e cliente si incontravano quindi in corrispondenza di qualche bar del centro storico, per poi effettuare il vero e proprio scambio in qualche vicolo secondario al sicuro da occhi indiscreti.

Il gruppo criminale "era in grado di soddisfare molteplici richieste, anche di quantitativi di sostanza stupefacente considerevole, riuscendo in un caso addirittura a “risarcire” un cliente non contento della qualità della sostanza acquistata, sostituendola con un'altra di diverso tipo".

Il “vertice” del gruppo era costituito da due persone, entrambe di origine tunisina, le quali si occupavano di organizzare i viaggi verso Palermo per rifornirsi della sostanza, in base alle necessità dei clienti, incaricando di volta in volta i pusher di recuperare la droga e portarla a Ribera. Gli inquirenti stimano che il gruppo avesse un ricavo netto settimanale, conseguente alle varie cessioni di sostanza stupefacente, all’incirca di 5000/6000 euro. L’indagine "ha permesso di appurare inoltre che, in un caso, uno degli spacciatori avrebbe costretto con violenza e minaccia un soggetto di Ribera a consegnare l’autovettura di proprietà a garanzia della somma di denaro dallo stesso dovuta per l’illecita cessione di stupefacente, facendo quindi configurare anche il reato di estorsione. Giova precisare infine come uno degli arrestati avesse anche nella propria disponibilità un’arma comune da sparo".