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Fase 2: Donnet (Generali), 'contro le pandemie serve intesa tra governi e assicuratori'

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Milano, 28 mag. (Adnkronos) - "Occorre trovare soluzioni nuove. Tutti insieme, aziende, governi e regolatori devono lavorare a soluzioni non solo per l'immediato ma per il futuro, per affrontare con efficacia la prossima, eventuale pandemia". Lo afferma Philippe Donnet, amministratore...

Milano, 28 mag. (Adnkronos) – "Occorre trovare soluzioni nuove. Tutti insieme, aziende, governi e regolatori devono lavorare a soluzioni non solo per l'immediato ma per il futuro, per affrontare con efficacia la prossima, eventuale pandemia". Lo afferma Philippe Donnet, amministratore delegato delle Assicurazioni Generali, in un'intervista al Sole 24 Ore. Donnet indica come possibile soluzione "la creazione di un fondo per le pandemie. È una opportunità unica e aiuterà a ritrovare lo spirito che ha caratterizzato la costruzione dell'Unione europea. Proprio perché le pandemie non si fermano alle frontiere, non possiamo limitarci a soluzioni soprattutto nazionali".

Le assicurazioni, continua, "non possono coprire da sole tutti i danni legati ad una pandemia, anche perché hanno caratteristiche che non rientrano nei principi di assicurabilità del rischio che sono alla base delle coperture assicurative. Questo significa che il fondo richiederà necessariamente partnership pubbliche-private senza precedenti, con il coinvolgimento dell'industria, dei governi e delle istituzioni europee".

Donnet sottolinea che "stiamo vivendo una crisi di proporzioni inaudite che richiede sforzi straordinari e un'assunzione di responsabilità senza precedenti da parte dei governi e del sistema produttivo. Come assicuratori, abituati da sempre a fronteggiare i rischi attraverso la diversificazione degli stessi, possiamo dare un contributo importante alla ripresa". L'ad delle Generali avverte però che "occorre fare attenzione a non gravare in modo improprio sul settore, che non può essere chiamato a coprire in modo indiscriminato il costo della chiusura prolungata delle attività. Questo vorrebbe dire compromettere l'essenza stessa dell'industria assicurativa perché le perdite risulterebbero superiori al patrimonio netto di tutto il comparto, con il rischio di aggravare ancora di più la crisi drammatica che stiamo vivendo".