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Fase 3: ridurre analfabetismo funzionale, 8 proposte Ambrosetti per rilancio

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Milano, 6 set. (Adnkronos) - Non c'è la solita riforma della giustizia civile o la riduzione della burocrazia al primo posto delle proposte del Forum Ambrosetti per il futuro del Paese dopo il Covid19. Il rilancio dell'Italia passa per prima cosa dalla riduzione dell'analfabeti...

Milano, 6 set. (Adnkronos) – Non c'è la solita riforma della giustizia civile o la riduzione della burocrazia al primo posto delle proposte del Forum Ambrosetti per il futuro del Paese dopo il Covid19. Il rilancio dell'Italia passa per prima cosa dalla riduzione dell'analfabetismo funzionale. E dunque, revisione del sistema scuola, di quello universitario, con nuovi 'atenei 5.0', e ancora studio, anche nell'età adulta: l'ideale sarebbe il lancio di un programma nazionale per l'apprendimento permanente, insieme a quello per la preparazione della classe dirigente. "L’Italia da decenni è prigioniera di un circolo vizioso, alimentato dall’analfabetismo funzionale, che non le permette di realizzare i cambiamenti strutturali di cui ha bisogno", sottolinea lo studio del club Ambrosetti, che riunisce 350 amministratori delegati delle principali realtà economiche del Paese.

L'Italia è quartultima nell’area Ocse per quota di adulti con problemi di corretta comprensione delle informazioni ed è tra i Paesi con la più alta incidenza di adulti privi di istruzione secondaria superiore (28% nella fascia di età 25-34 anni rispetto a una media Ocse del 15%; 72% nella fascia di età 55-65 anni rispetto a una media Ocse del 35%). Questo, insieme alla bassa produttività, alla bassa digitalizzazione e a un basso tasso di laureati in materie scientifiche, rende più complicato uscire dalla stagnazione dell'ultimo decennio. Tra le altre proposte – sono otto in tutto – c'è la definizione di una visione strategica per cui l'Italia diventi "il Paese di riferimento nello sviluppo delle eccellenze"; il ripensamento in chiave più propositiva del rapporto con l'Europa, da trattare 'alla pari'; la riforma della Pa, che è motivo di insoddisfazione per l'80% delle imprese e il 65% dei cittadini.

E poi, il club dei ceo spinge per una nuova politica industriale, che sia "indirizzata" dalla presidenza del consiglio dei ministri, con l'identificazione dei settori chiave su cui puntare e un 'reshoring' delle attività strategiche. In più, bisogna rafforzare la struttura industriale del Paese, con troppe pmi, incentivando i processi di fusione tra aziende. La penultima proposta riguarda la ricerca scientifica: investire sull'intelligenza artificiale, sul turismo, sulla cultura e sul benessere della persona, tutto in chiave digitale. Infine, l'Italia dovrebbe garantirsi l'esecuzione operativa dei progetti, con obiettivi misurabili e "pubblico scrutinio" della loro execution.