> > Editoria, il 18 settembre al via Master in Branded Content & Entertainment

Editoria, il 18 settembre al via Master in Branded Content & Entertainment

default featured image 3 1200x900

Roma, 10 set. (Adnkronos) - Il Branded Content & Entertainment è una leva di marketing che muove oggi, solo in Italia, più di 500 milioni di investimenti e costituisce un mercato in via di sviluppo che vuole attrarre talenti. Con questo obiettivo è nato il Master in Branded ...

Roma, 10 set. (Adnkronos) – Il Branded Content & Entertainment è una leva di marketing che muove oggi, solo in Italia, più di 500 milioni di investimenti e costituisce un mercato in via di sviluppo che vuole attrarre talenti. Con questo obiettivo è nato il Master in Branded Content & Entertainment organizzato da Upa e Obe in partenza il prossimo 18 settembre. Il fenomeno riguarda un nuovo modo di comunicare delle marche attraverso la produzione di "contenuti editoriali” dal forte valore intrattenitivo, veicolati da piattaforme mediali, con il duplice obiettivo di raggiungere gli obiettivi della brand e intrattenere una specifica audience.

Il Branded Content & Entertainment ha pertanto una natura ibrida: da un lato è una leva di comunicazione, marketing e business per le aziende, e come tale parte dall'analisi di quelli che sono gli obiettivi di marca, il posizionamento, l’identity, la strategia; dall’altro è un prodotto editoriale che deve intrattenere delle audience e quindi fare in modo che siano gli "spettatori" a scegliere di fruire di quel contenuto perchè interessante per loro. Si passa da una logica push che parla di "colpire un target" a una logica pull dove obiettivo è "attrarre una audience"; con logiche, linguaggi e filosofie di programmazione tipiche delle discipline dello spettacolo, della comunicazione fino ad arrivare all’arte e alla cultura.

Anche in Italia, da più di 5 anni, viene testimoniata la nascita di decine e decine di progetti annuali dai formati più diversi (lungometraggi, programmi televisivi, documentari, articoli, podcast, eventi) ma dall’indubbia qualità, che nulla hanno da invidiare a eguali progetti editoriali "un-branded". Uno dei motivi è da ricercarsi nella crescita esponenziale del ruolo di internet nelle diverse fasi del processo di acquisto, che rovesciando i tradizionali rapporti di potere fra marche e consumatori ha fornito alle persone un’infinità di strumenti per dialogare e influenzare lo sviluppo dei brand, usati con continuità in particolare dalle generazioni "Millennials" e "Z" per le quali il rapporto paritario con le marche è nativo, la normalità con cui sono nate e cresciute.

Le marche hanno quindi dovuto imparare a dialogare attraverso nuovi linguaggi e contenuti che rispondessero alle richieste di autenticità, responsabilità e arricchimento reciproco. La notizia positiva è che saper gestire i contenuti da parte delle aziende promette grandi opportunità di generazione di valore, perché i ruoli richiesti dai consumatori alle marche sono in espansione (si pensi ad esempio all’enfasi sulla responsabilità sociale delle marche e sul brand purpose). Per maggiori informazioni: .