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Coronavirus, esperti: "Emergenza non oscuri vaccinazioni prioritarie"

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Roma, 4 dic. (Adnkronos Salute) - Evitare di sovrapporre alla pandemia Sars-CoV-2 anche altre epidemie dovute "alla riduzione della copertura vaccinale di patologie diffuse tra la popolazione giovane e anziana". E' l'allarme lanciato dagli esperti intervenuti alla tavola rotonda ...

Roma, 4 dic. (Adnkronos Salute) – Evitare di sovrapporre alla pandemia Sars-CoV-2 anche altre epidemie dovute "alla riduzione della copertura vaccinale di patologie diffuse tra la popolazione giovane e anziana". E' l'allarme lanciato dagli esperti intervenuti alla tavola rotonda online 'Pre-Occupiamoci del rischio. Non solo Covid-19: l'importanza della vaccinazione nell'attuale emergenza', promossa dal gruppo Adnkronos. Se infatti si è in fervida attesa del vaccino contro Sars-CoV-2, la pandemia ha visto un calo delle coperture consigliate e obbligatorie.

"Se perdiamo l'opportunità di vaccinare, faccio l'esempio del morbillo o dello pneumococco, con soggetti che non si ripresentano successivamente per recuperare, si potrebbe creare un danno di salute davvero importante", ha sottolineato Paolo Bonanni, ordinario di Igiene dell'Università di Firenze. "La vaccinazione anti-Hpv ha risentito molto del lockdown – ha evidenziato – Ecco, non offrire questo vaccino a ragazzi nel dodicesimo anno di vita vuol dire incrementare il numero di tumori in futuro. Queste vaccinazioni devono essere una priorità".

"Per il 2021 c'è preoccupazione perché abbiamo visto che il sistema vaccinale è stato messo in crisi dal picco della seconda ondata – ha proseguito Bonanni – Alcune Asl hanno sospeso momentaneamente le vaccinazioni. Siamo preoccupati per i richiami del bambino nel secondo anno; ci preoccupa quella per l'Hpv, ma anche" le vaccinazioni "nell'adulto e nell'anziano: influenza, pneumococco, herpes zoster, il richiamo per la vaccinazione tetano-difterite-pertosse, devono essere continuate. Non esiste solo Covid, ma anche coinfezioni da questi patogeni. C'è uno studio inglese che ha dimostrato che chi ha avuto una coinfezione insieme a Sars-CoV-2 ha avuto un rischio di decesso 2,5 volte superiore rispetto a chi ha avuto solo Covid. Dobbiamo prevenire tutti le infezioni".

Su questo fronte c'è l'impegno dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, come ha ricordato Filippo Anelli, presidente Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo): "Quest'anno c'è una forte sensibilità della popolazione – ha osservato – A fronte di questo abbiamo un problema che affligge il sistema dei vaccini che spesso mancano, ma la speranza è che le percentuali di vaccinazioni, soprattutto contro l'influenza, saranno buone".

Gli importanti risultati raggiunti dal Piano nazionale prevenzione vaccinale (Pnpv) 2017-2019, che ha consentito di raggiungere la sostanziale equità di offerta vaccinale nelle regioni italiane, per gli esperti vanno invece preservati e migliorati anche e soprattutto in questa cruciale fase. Gli adulti e gli anziani sono la popolazione più fragile, come ha dimostrato la pandemia. "Sono più soggetti alle patologie dell'apparato respiratorio, ma anche ad altre patologie estremamente debilitanti come può essere l'herpes zoster. In questo senso, avere un calendario italiano delle vaccinazioni per gli adulti sarebbe opportuno e si sta sviluppando un position paper proprio perché si ritiene che sia fondamentale dare a tutti uno strumento valido per seguire esattamente quella che deve essere una calendarizzazione delle vaccinazioni", ha spiegato Massimo Andreoni, responsabile Uoc Malattie infettive, Policlinico Tor Vergata di Roma.

"E' ormai cosa nota che gli anziani siano stati i più colpiti dalla pandemia, sia perché il loro sistema immunitario è meno reattivo rispetto a quello dei giovani, sia perché spesso vi sono patologie pregresse, come cardiopatie o diabete, che indeboliscono le capacità di difesa ed espongono a complicanze – ha evidenziato Michele Conversano, presidente del comitato scientifico di Happy Ageing – Non c'è però solo Covid a minacciare la loro salute. Le stesse caratteristiche che li rendono deboli di fronte a questo nuovo virus rappresentano anche un pericolo in caso di influenza, polmonite da pneumococco, herpes zoster. Non a caso per gli over 65 la vaccinazione contro molte di queste patologie è un diritto, e per le Regioni è un dovere metterle a disposizione. Questo è il senso del loro inserimento nei Lea".

"L'influenza causa migliaia di decessi, lo zoster negli anziani ha conseguenze molto debilitanti, per non parlare della polmonite da pneumococco – ha continuato Conversano – ma in Italia ci sono anche over 65 che muoiono per il tetano perché ci si dimentica di fare i richiami: eppure tutti questi vaccini sono previsti nei Lea. La questione è che non basta che gli ospedali o gli ambulatori li abbiano in frigo, occorre una politica di chiamata attiva: qualcuno deve mandare una lettera, fare una telefonata, mandare un messaggio per dire 'vieni a fare il vaccino, è un tuo diritto'. Quest'anno gli anziani sono corsi da soli a fare il vaccino per l'influenza, ma per tutte le altre patologie nessuno li sta chiamando. Non vorrei che nell'autunno 2021 fossimo tutti vaccinati contro il Covid, ma scoperti contro la polmonite da pneumococco o altre patologie prevenibili".

Per non abbassare la guardia sulle vaccinazioni in epoca Covid, occorre anche la collaborazione tra pubblico e privato. In questo le aziende farmaceutiche hanno dimostrato di investire risorse e innovazione, e la corsa al vaccino anti-Covid è la prova di quanto la scienza possa correre se c'è una sana competizione.

"E' fondamentale che ci sia una collaborazione forte tra pubblico e privato – ha suggerito Cinzia Marano, direzione medica Vaccini Gsk – perché le aziende farmaceutiche producono vaccini, ma questi non hanno valore se non sono trasformati in vaccinazioni. Questa trasformazione avviene attraverso la partnership consolidata e rafforzata con il settore pubblico. Lo vediamo con quello che sta accadendo con Covid-19, dove occorrerà garantire al meglio l'accesso ai vaccini. Come si ottiene questo risultato? Attraverso una collaborazione e un lavoro continuo con il settore pubblico in termine di programmazione strategica dei fabbisogni e delle necessità".

"Quello che è fondamentale è anche comunicare in maniera appropriata il valore delle vaccinazione, è qui che la collaborazione pubblico-privato è determinante. Provando anche a ridurre insieme – ha concluso Marano – l'esitazione verso le vaccinazioni che è permeata molto nella popolazione".