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Milano: arcivescovo Milano, 'no a scorciatoie e facili populismi, siamo comunità plurale'

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Milano, 4 dic. (Adnkronos) - "Non ci si può rassegnare a vivere la città come una babilonia di mondi che non comunicano, che non vogliono o non possono comunicare. Neppure si può immaginare un programma di integrazione forzata che imponga l’assimilazione di tutti a un...

Milano, 4 dic. (Adnkronos) – "Non ci si può rassegnare a vivere la città come una babilonia di mondi che non comunicano, che non vogliono o non possono comunicare. Neppure si può immaginare un programma di integrazione forzata che imponga l’assimilazione di tutti a un modello anacronistico di città, a un regime di omologazione. È una forma di ottusità quella di immaginare il fenomeno migratorio come una emergenza temporanea da risolvere con qualche forma di assistenza o di respingimento". E' quanto afferma l'Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, nel suo tradizionale 'discorso alla città', in cui chiede una comunità "plurale" e "più unita". In futuro, "abbiamo la responsabilità di scegliere se essere vittime di una globalizzazione delle paure e degli scarti o protagonisti nell’edificazione di una comunità plurale che pratichi la cultura dell’incontro".

Bisogna affrontare l'emergenza spirituale "con un fiducioso farci avanti", anche perché, dice Delpini, "non esistono però scorciatoie. L’autoritarismo decisionista, la seduzione di personaggi carismatici, le scelte “facili” del populismo non rispettano la dignità delle persone e spesso conducono a disastri. Gli uomini e le donne di buona volontà sono chiamati ai percorsi lunghi della formazione, della riflessione, del dialogo costruttivo, della tessitura di alleanze convincenti".

Nella società ci sono già questi esempi: "Una conoscenza più attenta di tutte le forme di associazionismo di categorie, di iniziative di solidarietà, tutte le forme di collaborazione tra istituzioni culturali, sociali, sindacali, politiche, scolastiche, finanziarie, l’impegno delle istituzioni pubbliche per coordinare forze e risorse presenti sul territorio conoscono procedure decisionali che producono buoni frutti. Lo stesso dialogo fraterno tra confessioni e Chiese cristiane è un esempio promettente, come pure gli sforzi per creare relazioni di conoscenza, di stima e di collaborazione tra le religioni, ormai presenti in modo plurale, come è ben visibile anche a Milano", conclude.