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Lennon: capo beatlesiani d'Italia, 'salvò il mondo da 3a guerra mondiale'/Adnkronos (2)

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(Adnkronos) - "Quando fu ammazzato mi è crollato il mondo addosso -spiega Giambelli, che rivela così come è nata una passione che è diventata anche una missione di vita- e così mi sono inventato le vie dedicate a lui, i musei dedicati, le iniziative, le mostre...

(Adnkronos) – "Quando fu ammazzato mi è crollato il mondo addosso -spiega Giambelli, che rivela così come è nata una passione che è diventata anche una missione di vita- e così mi sono inventato le vie dedicate a lui, i musei dedicati, le iniziative, le mostre. Sono cose che faccio gratis, ma lo faccio per passione". John Lennon "l'ho adorato fin dall'inizio, quando l'ho sentito in un juke-box che cantava 'Please please me' -ricorda Giambelli, che è anche musicista- Perché bisogna dire che la cosa bella dei Beatles è che non ebbero mai un solo frontman, ognuno di loro lo era perché ciascuno aveva caratteristiche di frontman".

Anche se Lennon ebbe il merito di "capire subito. Quando si incontrarono per la prima volta, lui era povero, era un semplice appassionato di arte e musica ma ancora non esperto, ma aveva la mentalità del leader. Seppe catalizzare questa energia e metterla insieme. La sua forza è stata quella nel corso degli anni". E ricordando la celebre frase del cantante, che suscita da sempre -e ancora- tante polemiche, 'I Beatles sono più famosi di Gesù', ci tiene a spiegare: "Quando disse che i Beatles erano più popolari di Gesù Cristo, non aveva voluto essere dissacrante o sovrapporsi alla divinità, diceva una verità: in quel momento, i media li definivano talmente grandi che oscuravano anche i personaggi religiosi".

Infine, Giambelli regala un aneddoto legato alla sua personale conoscenza di Yoko Ono. "Ho avuto il piacere di conoscerla, quando venne per una mostra a Trento tanti anni fa, perché lei era un'artista molto profonda -ricorda Giambelli- Lei, odiata da tantissimi che la ritenevano responsabile dei dissapori con Paul McCartney e con il gruppo, è stata in realtà una grandissima ispiratrice di Lennon, aveva dei valori interiori incredibili. E posso dire che allora, quello che mi colpì fu proprio l'amore per John Lennon. Mentre appendeva i quadretti della mostra, la sentivo che ripeteva tra sé e sé :'Io lo amo, io lo amo!'. Il suo enorme amore era palpabile. Mi colpì moltissimo".

(di Ilaria Floris)