> > Covid: Confestetica, 'o tutti i trattamenti estetici o nessuno, no dispa...

Covid: Confestetica, 'o tutti i trattamenti estetici o nessuno, no disparità trattamento'

default featured image 3 1200x900

Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "O tutti i trattamenti estetici o nessuno! La salute pubblica al primo posto ma senza disparità di trattamento e sviamento della clientela". A sostenerlo in una nota è Confestetica. "Basta con questa disparità di trattamento verso un se...

Roma, 27 feb. (Adnkronos) – "O tutti i trattamenti estetici o nessuno! La salute pubblica al primo posto ma senza disparità di trattamento e sviamento della clientela". A sostenerlo in una nota è Confestetica. "Basta con questa disparità di trattamento verso un settore che coinvolge 80mila dipendenti donne e un servizio alla persona irrinunciabile per 13 milioni di donne. Protocolli di sicurezza e igienico sanitari molto rigidi, cabine singole, numerosi dispositivi di sicurezza adottati sempre, anche prima dell’arrivo della pandemia. Aspettando il nuovo Dpcm, anche la sentenza del Tar del Lazio, del 16 febbraio, ha riconosciuto l'attività dell'estetista sicura ed essenziale per la cura della persona", sottolinea.

Le estetiste, oltre ad erogare servizi essenziali alla persona in sicurezza, sottolinea ancora, "eseguono anche dei trattamenti di epilazione con laser o luce pulsata. Questi trattamenti possono venire eseguiti sia da un medico estetico che dall’estetista. Non capiamo perché un medico può fare gli stessi trattamenti con gli stessi strumenti in zona rossa, in piena emergenza sanitaria, e un’estetista no. Le estetiste, ancor prima dell'arrivo della pandemia, hanno da sempre lavorato, in cabine singole e solo su appuntamento, adottando protocolli igienico sanitari molto più rigidi rispetto a qualsiasi altra attività lavorativa. La categoria tra le più virtuose sul piano della sicurezza della clientela e del personale stesso dei centri".

Chiudere nuovamente queste attività, dopo che il Tar le ha fatte riaprire, aggiunge Confestetica, "sarebbe la fine di questo settore, un disastro economico e sociale di proporzioni bibliche. Senza contare il disservizio che daremmo, nuovamente, a 13 milioni di donne, clienti dei centri estetici, che non hanno potuto, già per diversi mesi, prendersi cura della propria igiene personale essenziale. E che ora per ricevere questi trattamenti, si rivolgerebbero dal medico estetico, con evidente sviamento della clientela".