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**Myanmar: Soliani (Associazione Amicizia Italia–Birmania), 'rischio guerra civile'** (2)

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(Adnkronos) - E la comunità internazionale? "Deve andare oltre le dichiarazioni - risponde sottolineando di essere in contatto con l'inviato speciale dell'Onu Christine Schraner Burgener - non riconoscere il golpe, costringere i militari a tornare al loro posto, cioè nel...

(Adnkronos) – E la comunità internazionale? "Deve andare oltre le dichiarazioni – risponde sottolineando di essere in contatto con l'inviato speciale dell'Onu Christine Schraner Burgener – non riconoscere il golpe, costringere i militari a tornare al loro posto, cioè nelle caserme, costruire con la politica, con il dialogo, con il confronto le relazione esterne che possono aiutare il ripristino della democrazia in Mynmar, la liberazione dei prigionieri". Soliani sollecita all'azione, sui diritti umani e sulla democrazia, e fa in particolare riferimento alla Cina, che "è lì, a due passi e che rischia di avere problemi molto grandi attorno". "Bisogna parlare con Xi Jinping, Joe Biden deve parlare con Xi – dice – devono parlare con i Paesi del sudest asiatico, ci vuole la politica, non bastano le dichiarazioni".

"Bisognava – continua – che intervenisse subito qualcuno, per esempio l'Organizzazione mondiale della sanità, per dire che un golpe non si fa in piena pandemia". E' "la grande partita di fronte al mondo tra le democrazie che i popoli vogliono e le repressioni", continua, parlando di un "Paese intero di 56 milioni di persone tenuto in ostaggio da 500.000 soldati", di Aung San Suu Kyi "tenuta in ostaggio" dopo "una vita intera dedicata al suo popolo", 'The Lady' che si è "messa in mezzo a rappresentare la sua gente con un metodo opposto rispetto ai militari, cioè la non violenza". "Vinceranno loro o vinceranno i militari? Oggi – insiste – dipende parecchio anche dalla comunità internazionale".