> > M5S: il 'patto di Bibbona', Grillo e Conte frenano su addio Casaleg...

M5S: il 'patto di Bibbona', Grillo e Conte frenano su addio Casaleggio, 'non va esautorato' (2)

default featured image 3 1200x900

(Adnkronos) - Raggi potrebbe dunque essere uno dei volti della segreteria leggera immaginata da Conte e Grillo, una struttura distante anni luce da quella del Pd, che viene presa proprio ad esempio da Conte e da Grillo nel corso dell'incontro a Bibbona: se i segretari dem non arrivano mai a fin...

(Adnkronos) – Raggi potrebbe dunque essere uno dei volti della segreteria leggera immaginata da Conte e Grillo, una struttura distante anni luce da quella del Pd, che viene presa proprio ad esempio da Conte e da Grillo nel corso dell'incontro a Bibbona: se i segretari dem non arrivano mai a fine mandato -il ragionamento- il problema è riconducibile a un organigramma troppo strutturato dove finisce per aver la meglio il tutti contro tutti.

Conte scriverà il suo programma e metterà in chiaro che le scelte che assumerà dovranno essere quelle di un capo politico a tutti gli effetti, pronto a decidere assumendosi la piena responsabilità delle sue decisioni. Prendere o lasciare, perché di cadere vittima del fuoco amico interno non ha alcuna intenzione. Piena sintonia con Grillo anche su questo, tanto che è stato il garante del Movimento a puntellare la scelta di gettare al mare la governance a 5 votata dalla base. Anche sull'indicazione dei capigruppo di Camera e Senato Conte dovrà dettare la linea, sulla scia di quanto aveva tentato di fare Luigi Di Maio nelle vesti di capo politico, ma poi costretto a fare un passo indietro vista la pressione e il malcontento dei gruppi parlamentari.

Il consenso di cui Conte gode tra deputati e senatori potrebbe essere un buon viatico, ma difficile possa bastare per sanare il rapporto con l'associazione Rousseau, con un numero crescente di parlamentari che si rifiuta ormai di versare i 300 euro mensili. Anche l'idea di superare la regola aurea del limite dei due mandati potrebbe non essere sufficiente a frenare il malcontento interno. L'idea che sembra prendere piede in questi giorni è infatti quella del 'recall', con gli attivisti chiamati a pronunciarsi sull'operato degli eletti nei vari territori sponsorizzandone la candidatura. Ma molti parlamentari sono convinti che il meccanismo finirebbe per agevolare solo i volti più noti, affossando i cosiddetti peones.