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Fase 3: Cida, servono 2.500 esperti organizzazione lavoro in Pa

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Roma, 9 giu. (Labitalia) - Introdurre 2.500 esperti di organizzazione del lavoro nelle pubbliche amministrazioni, di cui 7-800 dirigenti: avrebbe un costo irrisorio rispetto alle risorse del recovery fund e darebbe una brusca accelerata all’efficienza della macchina burocratica. Lo ha detto Ma...

Roma, 9 giu. (Labitalia) – Introdurre 2.500 esperti di organizzazione del lavoro nelle pubbliche amministrazioni, di cui 7-800 dirigenti: avrebbe un costo irrisorio rispetto alle risorse del recovery fund e darebbe una brusca accelerata all’efficienza della macchina burocratica. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, nel corso di un webinar sulla meritocrazia nei rapporti di lavoro.

"Per una vera ripartenza della nostra economia ed evitare un autunno pesante per l’occupazione, occorre agire velocemente. Quindi come Cida, in rappresentanza dei manager pubblici e privati, stiamo preparando proposte concrete da presentare al governo nell’imminente fase di confronto", spiega Mantovani.

Secondo Mantovani "nella pubblica amministrazione, prima ancora di parlare dei pur necessari criteri di valutazione del merito e dell’autonomia della dirigenza, occorre introdurre ed implementare processi organizzativi in molti casi carenti o del tutto assenti. Un passaggio fondamentale per una pa moderna ed efficiente in grado di dialogare con il mondo della produzione. Proponiamo quindi l’innesto di nuove competenze organizzative: 2.500 esperti già formati che vadano ad alimentare il turn over del personale pubblico. In questo modo si realizzerebbe una scelta forte ad un costo molto contenuto, da zero a 50-70 mln di euro l’anno, a seconda del flusso del personale in quiescenza. A questo investimento sul capitale umano vanno sommati gli investimenti fissi, in infrastrutture, come quello sulla fibra ottica", spiega ancora il presidente della Cida.

"L’altra ‘gamba’ da rinforzare per far correre l’economia -aggiunge il presidente di Cida- è quella delle aziende, liberando le loro energie, togliendo vincoli e limiti inutili. E facendo avanzare le aziende migliori, in termini di capitale, di organizzazione del lavoro, ecc. con salti di crescita, anche con aggregazioni. A costo di essere criticati, va ricordato che non si possono salvare tutte le aziende pre-Covid 19. Occorre certamente salvare le persone, i lavoratori e anche gli imprenditori". "Ma il sistema, per correre, ha bisogno di imprese sane e competitive. Proprio quelle dove il concetto di merito è compreso e adottato, al contrario delle aziende che preferiscono lo status quo e finiscono con l’alimentare canali referenziali, di fedeltà e di affiliazione", rimarca ancora Mantovani.

"Ecco quindi che valorizzazione del merito, organizzazioni del lavoro efficaci, aziende competitive, e pubblica amministrazione efficiente sono parti -sottolinea Mantovani- di un tutto e l’una è sinergica all’altra. E’ evidente che in questo meccanismo virtuoso il ruolo del manager è centrale, sia nel pubblico che nel privato. Dal dirigente scolastico, cui va riconosciuta autonomia e indipendenza, a quello privato cui spetta gestire un’organizzazione del lavoro in evoluzione, che richiede continui aggiornamenti".

"Diremo al governo che il tempo a disposizione per intervenire è poco, e che la velocità nel prendere decisioni operative è fondamentale per far ripartire l’Italia. Ecco perché porteremo idee e progetti realistici, immediatamente attuabili, incentrati sulla cultura manageriale, fatta di competenze e valorizzazione del merito. Senza farsi suggestionare dal mito delle grandi riforme, una fase che affronteremo più avanti, dal fisco, alla previdenza, alla politica industriale”, conclude Mantovani.