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Fase 3: Cafà (Cifa), 'per smart working efficiente servono pianificazione e investimenti'

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Roma, 24 giu. (Labitalia) - "Dai circa 500mila lavoratori che erano in smart working a gennaio siamo passati a diversi milioni, tra lavoratori pubblici e privati. Il digitale così è entrato nel mondo del lavoro ma tutto è successo all'improvviso e questo ha portato al...

Roma, 24 giu. (Labitalia) – "Dai circa 500mila lavoratori che erano in smart working a gennaio siamo passati a diversi milioni, tra lavoratori pubblici e privati. Il digitale così è entrato nel mondo del lavoro ma tutto è successo all'improvviso e questo ha portato alle criticità che sono emerse dalla ricerca. Per realizzare uno smart working efficiente, infatti, è necessario un minimo di pianificazione, un cambiamento di cultura, un minimo di investimento nel digitale e poi investimenti nella formazione. Cose che proprio per via del ricorso in pochi giorni allo smart working spesso non è stato possibile realizzare".

Lo ha detto Andrea Cafà, presidente di Cifa e Fonarcom, presentando i dati dell' 'Indagine nazionale sullo smart working 2020: capire il presente per progettare il futuro', Promossa dall’associazione datoriale Cifa, dal sindacato Confsal e dal fondo interprofessionale Fonarcom e realizzata dal Centro studi InContra, nell’ambito dell’iniziativa #IlLavoroContinua, sulla piattaforma www.illavorocontinua.it.

Secondo Cafà l'obiettivo dell'indagine "è fare il punto sullo stato dell'arte del fenomeno dello smart working, per non trovarci nei prossimi mesi con lavoratori che hanno problemi a causa dello smart working o con imprese che hanno avuto svantaggi nell'utilizzo di questa modalità", conclude Cafà.