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Istat: Cida, diseguaglianze si superano investendo su risorse umane

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Roma, 3 lug. (Labitalia) - "In Italia l’ascensore sociale ormai funziona più in discesa che in salita, aggravando le diseguaglianze già presenti nella scuola, nella sanità, nel digitale. Ancora più grave è la divergenza delle prospettive: solo attraverso...

Roma, 3 lug. (Labitalia) – "In Italia l’ascensore sociale ormai funziona più in discesa che in salita, aggravando le diseguaglianze già presenti nella scuola, nella sanità, nel digitale. Ancora più grave è la divergenza delle prospettive: solo attraverso investimenti in istruzione e formazione si otterranno le competenze necessarie a colmare il divario, ridurre la conflittualità sociale e aumentare la competitività del sistema-Paese". Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di Cida la confederazione de dirigenti e delle alte professionalità, commentando il Rapporto annuale Istat 2020, presentato oggi alla Camera dei Deputati. “Il Covid 19 – ha spiegato – ha accentuato ed esasperato le diseguaglianze ‘significative’ come dice l’Istat, che solcano il Paese, allargando i divari esistenti. Da una parte il mercato del lavoro si restringe proprio per le fasce più deboli, giovani e donne, con il 12% delle imprese che ritiene probabili ulteriori tagli occupazionali. Dall’altra, i nostri livelli di scolarizzazione sono tra i più bassi dell'Unione europea. Anche la recente esperienza della didattica a distanza ha segnalato lo svantaggio di bambini e ragazzi del Mezzogiorno".

"La sanità – ha sottolineato – non va meglio: l'emergenza sanitaria è esplosa a valle di un lungo periodo in cui il servizio sanitario nazionale è stato interessato da un ridimensionamento delle risorse, con riduzione della spesa per investimenti delle aziende sanitarie, e del personale medico. Anche la natalità potrebbe scendere, appesantendo il quadro demografico". “Emblematica di questa situazione – ha proseguito il presidente di Cida – è l’analisi dell’ascensore sociale che per decenni ha dato forza morale a intere generazioni. Oggi l’Istat ci dice che la probabilità di accedere a posizioni più vantaggiose della scala sociale è diminuita per i nati nell'ultima generazione (1972-1986): più di un quarto (26,6%) è infatti mobile verso il basso, un valore che, oltre a essere più alto rispetto a tutte le generazioni precedenti (era 21,8% tra i nati prima del 1941) supera per la prima volta quello di chi è mobile in senso ascendente (24,9%)".

“Segnali positivi – ha commentato Mantovani – comunque ci sono: da una ripresa dell’export e del sistema produttivo, alla dimostrazione di una forte coesione dimostrata da tutto il Paese durante il lockdown. La strada da seguire per risalire la china e colmare le diseguaglianze passa necessariamente attraverso gli investimenti in risorse umane. L’Istat nel suo Rapporto ci conferma che le attività con una maggior presenza di lavoratori istruiti, (rappresentata dalla scolarizzazione media), sono anche caratterizzate da produttività del lavoro più elevata". Insomma, "nelle singole attività, le imprese appartenenti al gruppo di quelle con maggiore istruzione presentano, in generale, una dimensione media più elevata e sono significativamente più produttive. E’ questa l’indicazione che ci fornisce l’Istat e che come Cida condividiamo e intendiamo perorare ai tavoli di confronto con il governo sul piano di rilancio".