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Smart working, ecco rimedi per 'costi nascosti'

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Firenze, 3 set. (Labitalia) - Ritornare in ufficio o proseguire con lo smart working e il lavoro agile? Questo è uno dei principali dilemmi che molte aziende e milioni di famiglie italiane stanno vivendo con l’avvento di settembre e il ritorno all’attività lavorativa. Se il...

Firenze, 3 set. (Labitalia) – Ritornare in ufficio o proseguire con lo smart working e il lavoro agile? Questo è uno dei principali dilemmi che molte aziende e milioni di famiglie italiane stanno vivendo con l’avvento di settembre e il ritorno all’attività lavorativa. Se il 44% degli italiani si è espresso a favore del rientro in ufficio, il restante 56% ha, invece, confermato di voler continuare a lavorare da casa e molte imprese hanno già deciso di estendere lo smart working anche per i prossimi mesi, indipendentemente dall’avvio di misure 'meno restrittive' da parte del governo. Una modalità che, se da un lato è necessaria perché previene un ulteriore aumento dei contagi, dall’altro espone le famiglie e i lavoratori a consumi energetici “nascosti”, spesso trasferiti direttamente dal datore di lavoro al “dipendente”, senza alcun tipo di tutela.

Da un’analisi dei dati di Tate, tech company e start-up innovativa attiva dal 2018 nella vendita di energia elettrica e gas esclusivamente online, è emerso, infatti, che nei primi 5 mesi successivi al lockdown (marzo-luglio 2020) i consumi di energia elettrica sono aumentati di circa il 10% rispetto all’anno precedente (marzo-luglio 2019). Un incremento che, per ora, non ha ancora avuto un 'riscontro' in bolletta a causa del crollo del Prezzo Unico Nazionale (il Pun) che ha visto i prezzi di mercato scendere – in media – del 10% rispetto ai 5 mesi precedenti (ottobre 2019-febbraio 2020) e del 43% rispetto all’anno precedente (marzo-luglio 2019.)

Un trend che, però, potrebbe subire un'inversione di rotta tra settembre e dicembre 2020: con l’aumento dei consumi bisogna, infatti, stare sempre attenti alla propria tariffa attuale, i prezzi di mercato, stimati per gli ultimi quattro mesi del 2020, sono molto simili a quelli dello scorso anno. Questo significa che se si ha una tariffa allineata al prezzo di mercato, la bolletta sarà più alta ma “contenuta” (+15 euro tra settembre-dicembre 2020). Se invece non si ha una tariffa competitiva, l’impatto in bolletta rischia di essere ben più elevato. Non solo! Nei 5 mesi successivi alla proclamazione del lockdown, si è registrato un incremento di emissioni di circa 30 kg di CO2 in più per famiglia rispetto all’anno precedente, ossia l’ammontare di CO2 assorbita da un albero nel suo habitat ideale, un bosco, nel corso di un anno intero.

Le città d'Italia più dinamiche in termini di consumi? Milano, Torino, Firenze, Roma e Bologna. I clienti più affezionati sono i tech lover e i liberi professionisti, soprattutto nella fascia Millennial (20-35 anni) 60% e tra i 35-45 anni 40%, sempre in cerca del connubio perfetto tra efficienza e ottimizzazione delle risorse e che quotidianamente utilizzano strumenti e servizi digitali come supporto alle scelte di acquisto di beni e servizi.

Bastano, però, pochi accorgimenti per ridurre gli sprechi sia in termini energetici che economici ed ambientali. Ecco i sette consigli di Tate: Scegliere una tariffa competitiva, come? Monitorare il mercato e i siti di informazione per avere una panoramica completa sugli operatori più in linea con le nostre esigenze; fare attenzione alle promozioni “aggressive”: in molti casi si tratta di un “falso” risparmio perché gli sconti iniziali vengono riassorbiti in altri costi, inseriti lungo la durata del contratto.

E ancora scegliere un operatore che offre ai propri utenti l’energia a prezzi competitivi e offre un buon servizio di supporto. Tate, ad esempio, fornisce ai propri clienti l’energia direttamente al prezzo del mercato all’ingrosso senza applicare alcun ricarico di prezzo, chiedendo invece solo una piccola quota mensile fissa necessaria per coprire i propri costi operativi. Gli elettrodomestici e qualsiasi dispositivo elettronico che abbiamo in casa consuma energia anche quando è in standby e non viene utilizzato; una disattenzione che può arrivare a pesare in bolletta fino al 20% dell’energia consumata.