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Fase 3: Hasbro, dal lockdown al rientro a scuola, 83% dei genitori non è tranquillo

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Milano, 12 ott. (Labitalia) - Nessun genitore avrebbe mai immaginato di dover gestire, insieme alla frenetica routine quotidiana che contraddistingue l’esperienza di mamme e papà, anche lo stress e il disagio di una pandemia. Hasbro, l’azienda leader nel settore dei giochi da tavo...

Milano, 12 ott. (Labitalia) – Nessun genitore avrebbe mai immaginato di dover gestire, insieme alla frenetica routine quotidiana che contraddistingue l’esperienza di mamme e papà, anche lo stress e il disagio di una pandemia. Hasbro, l’azienda leader nel settore dei giochi da tavolo, ha condotto un’indagine sull'Hasbro community italiana per valutare le peculiarità e complessità delle situazioni a cui sono stati sottoposti i genitori nell’ultimo periodo e il ruolo del gioco in famiglia in questo nuovo contesto storico e sociale. I risultati della ricerca, che ha coinvolto più di 2.000 genitori (in prevalenza mamme), sono poi stati interpretati grazie al supporto della psicologa e psicoterapeuta Marta Rizzi. Il periodo che stiamo vivendo ha messo a durissima prova i genitori: solo il 17% dei genitori intervistati dichiara di sentirsi abbastanza tranquillo; mentre, del restante 83%, il 22% è in ansia per qualsiasi cosa, il 21% perde la calma con più facilità, il 20% non riesce a dormire e un altro 20% ha pensieri negativi.

Ma quali sono le principali situazioni che hanno segnato le mamme e i papà in modo così inaspettato e travolgente? Dover pensare a tante, troppe, cose contemporaneamente – ad esempio – trasformandosi in dei genitori più multitasking che mai: quasi il 70% degli intervistati ha percepito una sensazione di affaticamento nel gestire disparate attività in simultanea. Inoltre, per il 56% dei genitori, anche la conciliazione dei diversi ruoli da ricoprire (genitore, figlio, lavoratore, coniuge, amico) è stata fonte di stress.

Dalla ricerca di Hasbro emerge poi una caratteristica che accomuna tanti uomini e donne alle prese con il ruolo genitoriale, ovvero l’ansia da perfezione, dettata dalla necessità di voler rappresentare un modello ed un esempio per i propri bambini. Ebbene, il 64,5% della comunità di genitori coinvolti afferma di aver avvertito la percezione di non riuscire a fare tutto e bene, nonostante i propri incessanti sforzi. In questo periodo, tale tentativo, si scontra con una realtà in cui regnano molte preoccupazioni ed incertezze, legate ad esempio alla ripartenza delle scuole, o ad una didattica nuova e atipica.

Pensiamo anche all’effettivo supporto delle attività ricreative e sportive, parte integrante della vita quotidiana dei bambini e spesso ancora di salvezza per i genitori, la cui completa fruizione oggi rimane spesso dubbia a causa delle misure di tutela. In famiglia, ritrovarsi a fare i conti con eventi imprevisti è alla base della quotidianità, ma nell’ultimo periodo il 67% degli intervistati ha provato una sensazione di ansia, dettata proprio dall’incertezza e dall’incognita. La situazione che si è delineata con la diffusione del Covid-19 e le relative misure restrittive sfugge completamente al controllo di qualunque persona, ed è dunque contrastante con l’esigenza di organizzazione familiare dei genitori e con la necessità di fornire certezze ai propri figli.

Il 56% dei genitori ha avuto paura di sbagliare nel fare qualcosa o nel prendere una determinata decisione in famiglia, mentre il 65% ha avuto la sensazione di non riuscire a fare nulla in modo accurato e dettagliato, poiché travolti dalla frenesia e dalla necessità di reagire ad una situazione di emergenza sotto vari fronti. Dall’inizio della pandemia, il 68% dei genitori coinvolti ha dichiarato di essersi sentito sotto pressione durante lo svolgimento delle attività, personali o lavorative.

La convivenza a stretto contatto con la propria famiglia per un periodo prolungato è stata una 'palestra' per mettersi in discussione e soprattutto in relazione con l’altro in un contesto di eccezionalità. Il 57% degli intervistati ha percepito alcune difficoltà nella comunicazione in famiglia, con un amento dei casi e dei momenti di incomprensione: in alcuni casi perché ci si è sentiti più vulnerabili e irascibili (21%), o perché si è vissuto tanto tempo insieme (20%), o infine, perché a qualcuno è capitato di conoscere tratti nuovi di sé o degli altri (16%).

In molti hanno perciò dovuto cambiare le dinamiche del dialogo genitori-figli, ed è stato necessario individuare nuovi linguaggi, adatti all’età dei propri bambini, per fornire loro gli strumenti idonei ad affrontare la situazione: per il 44% dei genitori è stato difficile rispondere in maniera chiara ed esaustiva alle domande e alle curiosità dei bambini su cosa stesse succedendo al loro mondo e alle loro abitudini. In questo scenario, delicato e ancora molto incerto per le famiglie italiane, la resilienza dei genitori, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi complessi, ha trovato un prezioso alleato nel gioco, che il 37% ha vissuto come un modo divertente per distrarsi da ciò che stava accadendo, il 27% come un’occasione per rilassarsi insieme, il 12% declinandolo in tutte le attività, come la cucina, il riordino, i compiti.

E il 96% degli intervistati ha attribuito un significato speciale a questa attività, da sempre al centro dell’attenzione di esperti dell’infanzia e dello sviluppo. La psicoterapeuta e psicologa Marta Rizzi, a questo proposito dichiara: "Il gioco, durante il lockdown e nei periodi successivi, ha rappresentato una vera e propria scoperta per i nuclei familiari, che hanno ritrovato in esso un’isola, una bolla in cui rifugiarsi, rilassarsi e per un attimo abbandonare stati d'animo di preoccupazione per immergersi nel mondo fantastico, leggero e felice del gioco. Per i nostri intervistati, il gioco ha rappresentato un momento di evasione e spensieratezza, un modo per riscoprire l’importanza alla condivisione di un tempo dedicato ai propri affetti, un banco di prova per sfogare e gestire le proprie emozioni".

In un periodo "come quello attuale, il gioco che coinvolge tutta la famiglia diventa l’occasione in cui guardarsi, parlare, confrontarsi, esercitarsi in una palestra protetta come quella della propria famiglia per acquisire consapevolezze e conoscenze proprie e altrui. Ed è così che, attraverso i giochi che coinvolgono tutti in casa, si crea una memoria comune di sguardi, espressioni, battute, complicità, conflitti, legami: una preziosa eredità da portarsi dietro per fronteggiare altre sfide difficili come quella in corso in questo periodo e che ci ricorda quanto l'unione e la famiglia sia sempre il nostro asso nella manica".