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Assosport, inserire produttori articoli sportivi tra beneficiari ristori

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Roma, 7 dic. (Labitalia) - "In prima linea ci sono i gestori degli impianti da neve, ma dietro c’è un’enorme e articolata filiera che ora rischia un crollo ripido come una pista da sci. Ecco perché Assosport, associazione di categoria che raggruppa imprenditori dello s...

Roma, 7 dic. (Labitalia) – "In prima linea ci sono i gestori degli impianti da neve, ma dietro c’è un’enorme e articolata filiera che ora rischia un crollo ripido come una pista da sci. Ecco perché Assosport, associazione di categoria che raggruppa imprenditori dello sportsystem di tutta Italia, da settimane insiste sulla necessità di inserire anche i produttori di articoli sportivi tra i beneficiari dei ristori varati dal governo". Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, la presidente, Anna Ferrino, a capo di un’associazione che conta 120 aziende in tutta Italia per oltre 300 brand, 9.300 addetti, un fatturato aggregato che sfiora i 5 miliardi di euro, pari quasi al 40% del totale messo a segno nel 2019 da tutta l’industria italiana dello sport.

"La cosiddetta 'alta stagione' – fa notare – è già stata pesantemente azzoppata da limitazioni e divieti, ma non dobbiamo scordarci che gli effetti di questa emergenza ce li porteremo dietro anche l’anno prossimo. Le nostre imprese hanno bisogno di essere sostenute in questa fase delicata: ci batteremo fin quando le loro richieste non saranno esaudite".

"Questo – ammette – è un momento cruciale per le aziende produttrici di articoli per gli sport invernali. Chi pensa di trascorrere le vacanze in alta quota è adesso, infatti, che compra attrezzatura o capi d’abbigliamento adatti per la montagna. Se l’accessibilità ai territori montani è limitata e gli impianti di risalita rimangono chiusi, a soffrire non sono solo i gestori delle piste e il comparto turistico: soffrono anche i negozi, e di conseguenza gli imprenditori dello sportsystem perché, se gli esercenti non venderanno la merce esposta oggi, difficilmente l’anno prossimo acquisteranno le nuove collezioni".

Fesi (la Federazione dell’industria europea degli articoli sportivi), ricorda, "ha calcolato che nella scorsa stagione invernale (aprile 2019 – marzo 2020) in Italia sono state vendute quasi 224mila paia di sci, oltre 184mila paia di attacchi e quasi 230mila paia di scarponi. Numeri che testimoniano la consistenza del nostro mercato e che ci ricordano la grande filiera alla base di ogni singola sciata".

Anna Ferrino avverte: "Sono tanti i comparti messi in difficoltà dalla pandemia: dalle piscine alle palestre, passando per gli sport di squadra. Ma anche quelli che non sono stati direttamente intaccati dalle disposizioni adottate per contenere il contagio non possono dirsi immuni: un ammanco di fatturato registrato dai nostri clienti, ovvero i rivenditori, avrebbe ripercussioni sull’intero sistema".

"L’associazione – ricorda – che presiedo rappresenta grandi e piccole aziende italiane, che sono delle eccellenze conosciute e apprezzate a livello internazionale. Il governo non può dimenticarsi di loro. Rispettare le misure introdotte per contenere la pandemia è un dovere morale e civile, perché la priorità resta la salute pubblica e l’emergenza sanitaria non va certo minimizzata. Al tempo stesso, però, da Roma ci aspettiamo l’attenzione che il nostro comparto merita".