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Covid Italia: Centri commerciali, a dicembre aperti solo 13 giorni, -75% fatturato

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Roma, 15 dic. (Labitalia) - "Su un totale di 31 giorni a dicembre saremo aperti solo 13 e questo, naturalmente, non può che avere un impatto devastante sul fatturato del nostro settore. Stimiamo che la perdita si aggirerà intorno al -75% rispetto allo stesso periodo dello scorso a...

Roma, 15 dic. (Labitalia) – "Su un totale di 31 giorni a dicembre saremo aperti solo 13 e questo, naturalmente, non può che avere un impatto devastante sul fatturato del nostro settore. Stimiamo che la perdita si aggirerà intorno al -75% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ma, sfortunatamente, si tratta di una stima ottimistica". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, il presidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali, Roberto Zoia, sugli effetti delle restrizioni nelle aperture dei centri commerciali.

Secondo Zoia, "le restrizioni agli esercizi commerciali comportano, infatti, una perdita di giro d’affari stimata in un miliardo e mezzo di euro per ogni weekend e mettono in seria difficoltà la tenuta di molte aziende che, durante il periodo natalizio, realizzano una parte importante del fatturato annuo", aggiunge.

Una situazione che non potrà non avere effetti su imprese e occupati. "In un anno già catastrofico sotto il profilo delle attività economiche, il governo -continua Zoia- ha messo in ginocchio il nostro comparto con la decisione di chiudere i negozi nei centri commerciali nei fine settimana di dicembre, i più importanti dell’anno. Fin dall’inizio della pandemia abbiamo fatto tutto il possibile per mettere in sicurezza le nostre strutture, adottando misure ancora più stringenti rispetto a quelle dettate dal governo, eppure continuiamo ad essere penalizzati e discriminati rispetto ad altre attività".

"I provvedimenti" del governo, spiega ancora Zoia, "non potranno in alcun modo ristorare adeguatamente le ingenti perdite già consolidate e questo porterà ad una gravissima crisi nel nostro settore, alla chiusura di migliaia di attività e alla perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro in un settore che rappresenta il 4% del Pil". E per Zoia "una proposta che, se fosse accolta, potrebbe mitigare le perdite economiche di quest’anno sarebbe un indennizzo, sulla perdita di fatturato dell’anno, pari al 75% della differenza di fatturato tra 2020 e 2019". "Questa decisione è già stata assunta dalla Germania e a mio avviso potrebbe rendere più sostenibile questa situazione, anche per consentire a molti operatori di riaprire garantendo una corretta occupazione", aggiunge Zoia.

E il presidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali sottolinea quanto fatto per la sicurezza di addetti e clienti. "Nelle nostre strutture adottiamo -spiega- tutte le pratiche necessarie per evitare qualsiasi affollamento e, infatti, non abbiamo registrato alcun focolaio dall’inizio della pandemia. E quindi riteniamo che la decisione di chiudere i centri commerciali nei giorni festivi e pre-festivi sia stato e sia tutt’ora un grave errore di valutazione, sia sotto il profilo economico che sanitario, oltre a rappresentare una grave limitazione al servizio dei cittadini. Chiudere i nostri centri, che adottano tutte le misure necessarie per garantire un alto livello di sicurezza e adeguati controlli per evitare che si creino assembramenti, non ha fatto altro che portare le persone a riversarsi in massa nei centri città per poter fare gli acquisti natalizi".

E secondo Zoia "è oggettivamente difficile per le Forze dell’ordine riuscire a monitorare adeguatamente il numero di persone che si concentrano nelle vie dello shopping e questo rappresenta un ulteriore controsenso rispetto alla volontà del governo di tutelare la salute dei cittadini".

E per i centri commerciali la soluzione sarebbe a portata di mano. "La chiusura nei giorni festivi e prefestivi ha anche un altro effetto negativo, oltre agli assembramenti nelle cosiddette 'vie dello shopping', ovvero quello di dare -continua- alle persone una possibilità molto limitata di accesso alle nostre strutture. Nonostante questo, continuiamo ad adottare severe misure di sicurezza per tutelare i nostri clienti e operatori, garantendo almeno uno spazio di almeno 10 mq a persona all’interno dei nostri centri e, di conseguenza, assistiamo in qualche occasione alla creazione di file di persone che desiderano entrare ma che sono costrette ad attendere il proprio turno. Avere la possibilità di tenere aperti i centri commerciali 7 giorni su 7 fornirebbe ai clienti una più ampia scelta di orario, riducendo le file e, di conseguenza, la possibilità che si verifichino assembramenti fuori dalle strutture e nei centri città", conclude Zoia.