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Cnr: Noi Rete Donne, 'Cda tutto maschile, ministro della Ricerca ritiri nomina'

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Roma, 12 feb. (Labitalia) - "No un Cda tutto maschile per il Cnr. Il Ministro della Ricerca ritiri la nomina". A chiederlo è Noi Rete Donne, la Rete dei movimenti per la democrazia paritaria, da anni impegnata per la pari rappresentanza delle donne nei luoghi decisionali. Marisa Rod...

Roma, 12 feb. (Labitalia) – "No un Cda tutto maschile per il Cnr. Il Ministro della Ricerca ritiri la nomina". A chiederlo è Noi Rete Donne, la Rete dei movimenti per la democrazia paritaria, da anni impegnata per la pari rappresentanza delle donne nei luoghi decisionali. Marisa Rodano, Daniela Carlà, Giovanna Martelli, Tiziana Bartolini, Gianna Martinengo, Cecilia Robustelli, Laura Onofri hanno siglato per Noi Rete Donne, una lettera indirizzata al Ministro dell'Università e Ricerca.

"Mentre si va costruendo la maggioranza e si preannuncia in Tv e sulla stampa un governo paritario, spiace notare -scrivono le firmatarie- che nei Gabinetti dei Ministeri non abbiano ancora capito che la società è costituita per la metà di donne e per la metà di uomini. Apprendiamo infatti con sconcerto che il Governo per gli affari correnti ha nominato il Consiglio di Amministrazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche nelle persone di tre uomini, Lucio D’Alessandro, Patrizio Bianchi e Gabriele Fava, ignorando la necessità di una rappresentanza femminile, nonostante la Ricerca Italiana sia ricca personalità femminili che detengono posizioni di altissimo valore in campo scientifico".

"Ancora una volta dobbiamo ricordare ai vertici delle istituzioni italiane che non è più tollerabile nominare solo uomini nei Consigli di Amministrazione degli Enti Pubblici. Non è accettabile, oggi, che il vertice del Consiglio Nazionale delle Ricerche sia a maggioranza maschile. La Ricerca Italiana non è una cosa per soli uomini. Ministro Gaetano Manfredi, le chiediamo di rivedere la sua decisione e di integrare il Consiglio di Amministrazione del Cnr con una componente femminile", concludono. Noi Rete Donne ha lanciato una petizione sulla piattaforma change.org.