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Unicef-Oms: 818 mln bimbi non possono lavare mani a scuola, rischi con Covid

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Milano, 14 ago. (Adnkronos Salute) - Mentre le scuole di tutto il mondo sono al lavoro per poter riaprire i battenti in sicurezza e accogliere gli alunni per un nuovo anno di didattica, gli ultimi dati del Programma di monitoraggio congiunto Oms/Unicef rivelano uno degli ostacoli che renderà ...

Milano, 14 ago. (Adnkronos Salute) – Mentre le scuole di tutto il mondo sono al lavoro per poter riaprire i battenti in sicurezza e accogliere gli alunni per un nuovo anno di didattica, gli ultimi dati del Programma di monitoraggio congiunto Oms/Unicef rivelano uno degli ostacoli che renderà problematico il ritorno fra i banchi soprattutto in alcune aree più sfortunate: il 43% delle scuole di tutto il mondo non ha avuto accesso a servizi di base per il lavaggio delle mani con acqua e sapone nel 2019, una condizione chiave per le scuole per poter operare in sicurezza nel bel mezzo della pandemia Covid-19.

"Secondo il rapporto, circa 818 milioni di bambini non hanno la possibilità di lavarsi le mani nelle loro scuole, il che li mette a rischio di Covid-19 e di altre malattie trasmissibili", dice il presidente dell'Unicef Italia Francesco Samengo.

A mancare è dunque la cosa più semplice, uno dei pilastri anti-contagio: acqua e sapone. "Più di un terzo di questi bambini – 295 milioni – proviene dall'Africa subsahariana. Nei Paesi meno sviluppati, 7 scuole su 10 non dispongono di servizi igienici di base per il lavaggio delle mani e la metà delle scuole non dispone di servizi igienici e idrici di base", prosegue Samengo. Di questi 818 mln di piccoli, 355 milioni sono andati in scuole che avevano strutture con acqua ma senza sapone, e 462 milioni in scuole che non avevano servizi o acqua disponibile per il lavaggio delle mani.

Nei 60 Paesi a più alto rischio di crisi sanitarie e umanitarie a causa di Covid, 3 bambini su 4 non avevano un servizio per il lavaggio mani di base nella loro scuola all'inizio dell'epidemia, la metà di tutti i bambini non aveva un servizio idrico di base e più della metà non aveva un servizio igienico-sanitario di base. Una scuola su 3 in tutto il mondo aveva un servizio di acqua potabile limitato o non ne aveva affatto. E 698 milioni di bambini non avevano un servizio igienico-sanitario di base nella loro scuola.

"La chiusura globale delle scuole dall'inizio della pandemia ha rappresentato una sfida senza precedenti per l'istruzione e il benessere dei bambini", ha dichiarato Henrietta Fore, direttore generale dell'Unicef. "Dobbiamo dare priorità all'apprendimento dei bambini. Questo significa assicurarsi che le scuole siano sicure nella riapertura – anche con l'accesso all'igiene delle mani, all'acqua potabile pulita e a servizi igienici sicuri".

I governi che cercano di controllare la diffusione di Covid-19 devono bilanciare la necessità di attuare misure di salute pubblica con l'impatto sociale ed economico associato alle misure di isolamento, ragionano gli esperti. Secondo il Rapporto, le prove degli impatti negativi della chiusura prolungata delle scuole sulla sicurezza, il benessere e l'apprendimento dei bambini sono ben documentate.

"L'accesso all'acqua, alle strutture igienico-sanitarie e ai servizi igienici è essenziale per un'efficace prevenzione e controllo delle infezioni in tutti gli ambienti, comprese le scuole", ha evidenziato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms. "Deve essere un punto focale delle strategie governative per la riapertura e il funzionamento sicuro delle scuole durante la pandemia globale in corso".

Il rapporto identifica diverse risorse necessarie per la prevenzione e il controllo del coronavirus Sars-Cov-2 nelle scuole, incluse 10 azioni immediate e elenchi di cose da fare per la sicurezza.

Le due agenzie Unicef e Oms sono impegnate per raggiungere un accesso equo ad adeguati servizi di acqua, sanità e igiene in tutto il mondo e hanno recentemente lanciato un'iniziativa congiunta, 'Igiene delle mani per tutti', per sostenere le comunità più vulnerabili. L'iniziativa riunisce partner internazionali, governi nazionali, settore pubblico e privato e società civile per garantire la disponibilità di prodotti e servizi a prezzi accessibili, soprattutto nelle aree svantaggiate.