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Coronavirus: piano vaccini, a fine gennaio 3,4 mln dosi, prima ospedali e Rsa

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Roma, 19 nov. (Adnkronos Salute) - Il commissario per l'emergenza coronavirus Domenico Arcuri si porta avanti e inizia a muovere i primi passi nella predisposizione del piano vaccini con una mail, in possesso dell'Adnkronos, inviata ai presidenti delle Regioni e, per conoscenza, ai ministr...

Roma, 19 nov. (Adnkronos Salute) – Il commissario per l'emergenza coronavirus Domenico Arcuri si porta avanti e inizia a muovere i primi passi nella predisposizione del piano vaccini con una mail, in possesso dell'Adnkronos, inviata ai presidenti delle Regioni e, per conoscenza, ai ministri della Salute e degli Affari regionali.

"Come noto – si legge nella comunicazione, l'Italia ha aderito all'iniziativa dell'Ue per l'acquisto del più ampio portafoglio possibile di vaccini" e i primi "potrebbero essere disponibili già a partire dai primi mesi del prossimo anno". "In particolare – scrive Arcuri – il vaccino Pfizer, il cui iter di validazione sembra essere ad oggi il più avanzato, permetterebbe all'Italia di disporre già da fine gennaio 2021 di circa 3,4 milioni di dosi da somministrare a 1,7 mln di persone. E' necessario, pertanto, scegliere il target di cittadini a cui somministrare le prime dosi disponibili". Su questo, il commissario non ha dubbi: "Appare prioritario salvaguardare quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus", a partire da "gli ospedali e presidi residenziali per anziani".

Le Regioni devono iniziare a lavorare sul piano vaccino anti-Covid, iniziando già ora a individuare le strutture più idonee. "Al fine di definire il piano di fattibilità di questa prima fase di somministrazione – si legge nel testo – è necessario che le Regioni da voi presiedute individuino, in ogni provincia, idonee strutture capaci di rispettare i vincoli quanto alle caratteristiche di consegna, di conservazione e di somministrazione".

Entro il 23 novembre le Regioni devono comunicare dunque "per ogni provincia il numero e la denominazione dei presidi ospedalieri all'interno dei quali si ritiene utile che il vaccino venga consegnato e somministrato; tale presidio ospedaliero dovrà essere in condizione di vaccinare almeno 2.000 persone" o "più persone, ma con multipli di 1.000 in 15 giorni". Per ogni presidio ospedaliero così individuato dovranno essere comunicati "il numero di personale operante al suo interno, a qualunque titolo; il numero di personale sanitario e sociosanitario operante nel territorio, che potrà raggiungere il presidio ospedaliero in non più di 30-60 minuti; la disponibilità al loro interno di congelatori" con caratteristiche tali da consentire la conservazione del siero e il "relativo volume di spazio disponibile".

"Le caratteristiche di consegna di questo primo vaccino prevedono, per garantire la sua integrità, che questo sia consegnato esclusivamente dal fornitore direttamente a ogni punto di somministrazione (in apposite borse di conservazione contenenti, al massimo, 5 scatole da 975 dosi ciascuna). Le caratteristiche di conservazione di queste prime dosi di vaccino – scrive Arcuri – prevedono che lo stesso possa essere mantenuto per: 15 giorni dalla consegna nelle borse di conservazione del fornitore; 6 mesi, qualora si disponga di celle frigorifere a temperatura -75°C+-15°C".

"Le caratteristiche di somministrazione – si legge ancora nel documento visionato dall'Adnkronos – prevedono che il vaccino vada utilizzato al massimo entro 6 ore dall'estrazione dalle borse o dalla cella di conservazione. Si consideri inoltre che ogni fiala di vaccino contiene 5 dosi".