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Sardegna in zona bianca e “isola felice”: tutto aperto anche la sera

Sardegna in zona bianca e “isola felice”

Sardegna in zona bianca e “isola felice”, i numeri della regione confermano un trend positivo anche se con un leggerissimo incremento

Sardegna in zona banca e “isola felice” in un mare di rossi ed arancioni a causa dei contagi covid. L’isola resta ufficialmente in zona bianca per la terza settimana consecutiva. Ci resta malgrado una leggera ma oggettiva impennata dei numeri che sono comunque all’intero del range che consente ai territori di godere di alcune libertà. I numeri della curva epidemiologica in Sardegna infatti mostrano un leggero aumento. Tuttavia si tratta di un incremento che resta ben al di sotto delle soglie definite dalla cabina di regia.

Sardegna in zona bianca: i perché

Sono le soglie di allarme sulla scorta delle quali il Cts ha disegnato un’Italia che, dal prossimo 15 marzo, sarà quasi tutta in rosso a livello di partizione regionale. E la bozza del monitoraggio dell’Iss parla chiaro: la Sardegna detiene allo stato dell’arte un indice di trasmissibità (Rt puntuale) pari a 0.89. E il dato aveva avuto una sua genesi già a metà febbraio. Questo relativamente alla settimana tra l’1 e il 7 marzo. Invece nella settimana precedente (22-28 febbraio) l’Rt era decisamente meno marcato, addirittura allo 0.67. Si registra una lievissima risalita anche di un altro parametro. Si tratta di quello sull’incidenza dei casi per 100mila abitanti: sono 31.89 rispetto al 27,36 di fine febbraio. Il tutto mentre salgono, anche se semore di poco, i nuovi casi segnalati nella settimana.

Numeri bassi e vita sociale

I dati dicono che sono 514 rispetto ai 441 della rilevazione precedente. Ad ogni modo bassa la classificazione complessiva di rischio e ben al di sotto dei parametri di allarme ed intervento normativo. Così come sono basse le percentuali dei posti letto occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive e nei reparti di medicina (entrambe al 12%). Tutto questo ha determinato, anche a traino della maggior libertà che in questi casi vige in punto di norma, una timida ma percettibile ripresa delle attività sociali e commerciali. Con la guardia sempre alta ma coscienti di essere “l’isola felice” dell’Italia.