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Formigoni: sequestro di 5 milioni, con vitalizi e pensione

Formigoni

Per il "gravissimo sistema illecito di storno di denari pubblici a fini privati", è stato convalidato il sequestro di 5 milioni di euro a Formigoni

Nuovi scandali gravano sulla carriera dell’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni. In seguito alle indagini sul caso Maugeri, è stato convalidato il sequestro di 5 milioni di euro a danno del politico lombardo. A confermare la sentenza è stato il giudice Vito Tenore con un provvedimento depositato la vigilia di Ferragosto e nel quale si accoglie la ricostruzione dei pm Antonino Grasso e Alessandro Napoli, guidati da Salvatore Pilato. I pm hanno contestato ai principali protagonisti della vicenda giudiziaria un danno erariale di circa 60 milioni di euro. Di conseguenza, hanno firmato provvedimenti cautelari bloccando le quote del presunto profitto realizzate da ciascuno per un totale di 30 milioni.

Sequestro di pensione e vitalizi di Formigoni

La condanna arriva per il “gravissimo sistema illecito di storno di denari pubblici a fini privati”. La convalida trova conferma alla luce di “ampi riscontri, oltre ogni ragionevole dubbio” nelle indagini sul caso Maugeri.

Formigoni

Via libera al sequestro disposto dalla procura della Corte dei Conti di 5 milioni di euro (compresi vitalizi, pensione, conti correnti e immobili) all’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni. La condanna grave anche su Umberto Maugeri, ex presidente della Fondazione. A lui sequestrati 4 milioni. Stessa cifra all’ex direttore finanziario Costantino Passerino e 10 milioni a testa al faccendiere Pierangelo Daccò e all’ex assessore regionale Antonio Simone.

In sede penale per la stessa vicenda che riguarda le tangenti nella sanità, Formigoni è già stato condannato a sei anni in primo grado. Il prossimo 19 settembre è attesa la sentenza d’Appello. Quando nel mese di giugno uscì la notizia del sequestro preventivo, l’ex governatore definì la notizia una “fake news”. Ai microfoni dei molti giornalisti che lo avevano interpellato aveva rilasciato chiare dichiarazioni. “Nulla posseggo. Tutto quanto possedevo (poco in realtà) mi è stato già sequestrato da anni, per ordine della magistratura”, aveva fatto sapere.

Il provvedimento di convalida

C’è un “numero poderoso di riscontri probatori”. Tali cifre testimoniano un “danno erariale”. Quest’ultimo è dato dai “plurimi fatti corruttivi posti in essere dal 2006 al 2011 dai vertici della fondazione Maugeri nei confronti di Formigoni”, tramite Daccò e Simone. Così si legge nel provvedimento di convalida del sequestro conservativo milionario, a conferma della decisione presa. Il tutto “per ottenere, con interferenze nel procedimento decisorio, più rilevanti finanziamenti pubblici regionali (rispetto a quelli dovuti per servizi innegabilmente resi dalla clinica Maugeri come riconosciuto anche in sede penale)”. “Così è stato possibile sviare poderose somme di denari pubblici. Questi erano destinati ai fini di rilevante e basilare interesse sociale (cure mediche)”, ha specificato il giudice in un passaggio dell’atto datato 14 agosto.

Il giudice ha sposato in pieno la ricostruzione delle sentenze penali. Quindi ha ribadito che Formigoni è indicato come “pubblico ufficiale corrotto”. L’ex governatore avrebbe percepito “rilevantissime utilità, per oltre 5 milioni di euro”. Queste sarebbero state spese in viaggi, vacanze, ristoranti, alberghi, l’uso della villa in Costa Smeralda. In cambio: interventi e atti amministrativi regionali “ispirati a una logica di evidente favoritismo” nei confronti della fondazione con sede a Pavia. Inoltre, si aggiunge che tali vicende “non sono state plausibilmente smentite da Formigoni. Ha fornito spiegazioni alternative ai fatti, specie con riguardo alle enormi ed anomale utilità ricevute”.