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Forrest Gump: le più belle citazioni del film

Forrest Gump

Tutte le più belle citazioni di Forrest Gump, il mitico protagonista del film interpretato da Tom Hanks

Chi non conosce Forrest Gump, il celebre film statunitense del 1994 con protagonista Tom Hanks e la regia di Robert Zemeckis? I dialoghi della pellicola contengono moltissime citazioni che vale la pena ricordare… Ed è quello che faremo qui di seguito.

“Il mondo non ti sembrerà più lo stesso dopo averlo visto con gli occhi di Forrest Gump”

Una donna dice a Forrest: “Mi fanno male i piedi”. Forrest risponde: “Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose. Dove va, dov’è stata… Quante scarpe ho messo io. Scommetto che se mi sforzo tanto, riesco a ricordare il primo paio. Mamma disse che quelle mi portavano dovunque, disse che erano le mie scarpe magiche”.

Citazioni in ordine temporale

  • Ha gambe robuste il mio ragazzo, robuste come quelle dei bambini forti, ma la sua schiena è più contorta di un politico. (medico)
  • Quando ero piccolino, mamma mi mise il nome di un eroe della guerra di secessione, il generale Nathan Bedford Forrest. Diceva che in qualche modo eravamo parenti. Lui aveva fatto una cosa: aveva messo su un circolo chiamato Ku Klux Klan. Si mettevano addosso mantelli, e lenzuola, e andavano in giro come tanti fantasmi o spiriti o cose così. Mettevano le lenzuola anche sui cavalli, per andare in giro. Comunque, è così che ho avuto il mio nome, Forrest Gump. Mamma diceva che quel Forrest era per ricordarmi che tutti facciamo cose che, be’, che non hanno molto senso. (Forrest Gump)
  • Non permettere mai a nessuno di dirti che è migliore di te, Forrest. Se Dio avesse deciso che fossimo tutti uguali, avrebbe dato a tutti un apparecchio alle gambe. (Signora Gump)
  • Qualche anno più tardi, quel bel giovanotto che chiamavano il Re, be’ doveva aver cantato troppe canzoni, e gli venne un infarto o cose così. Deve essere difficile fare il Re. (Forrest Gump)
  • Mamma diceva sempre che i miracoli accadono tutti i giorni. (Forrest Gump)
  • Corri Forrest, corri! (Jenny e frase ricorrente)
  • Lo so che non mi crede se glielo dico, ma io corro come il vento che soffia! E da quel giorno, se andavo da qualche parte, io ci andavo correndo! (Forrest Gump)
  • Signore, fammi diventare un uccello così posso volare lontano lontano da qui. Signore, fammi diventare un uccello così posso volare lontano lontano da qui… (Jenny)
  • Corri, stupido figlio di puttana, corri! […] Quello sarà pure il più stupido figlio di puttana della terra, ma corre come una lepre! (Paul Bear Bryant)
  • Ora, non so perché, io nell’esercito ci stavo come un pesce dentro l’acqua. Non è così difficile. Devi solo rifare il letto lindo e pinto, e stare in piedi diritto, e a ogni domanda rispondere sempre: “Sì, sergente istruttore!”. (Forrest)

Forrest Gump ne sa una più del diavolo!

  • […] il gambero è un frutto del mare, te lo puoi fare sia arrosto, bollito, grigliato, al forno, saltato, c’è lo spiedino di gamberi, gamberi con cipolle… zuppa di gamberi, gamberi fritti in padella, con la pastella, a bagnomaria, gamberi con le patate, gamberi al limone, gamberi strapazzati, gamberi al pepe… minestra di gamberi, stufato di gamberi, gamberi all’insalata, gamberi e patatine, polpette di gamberi, tramezzini coi gamberi… e questo è tutto mi pare. (Bubba)
  • Ora, ci avevano detto che il Vietnam era molto diverso dagli Stati Uniti d’America. Tranne che per i barattoli di birra e la grigliata, era vero. (Forrest Gump)
  • Mi capitò di vedere molta campagna. Facevamo delle lunghissime camminate. E stavamo sempre a cercare un tizio di nome Charlie. (Forrest Gump)
  • La cosa bella del Vietnam era che c’era sempre un posto dove andare. […] E c’era sempre una cosa da fare. (Forrest Gump)
  • Un giorno cominciò a piovere e non la smise più per quattro mesi. Siamo stati sotto le piogge di tutti i tipi: da quella fina fina che ti punge, a quella grossa grossa che ti ammacca; la pioggia che scorreva giù di lato e a volte la pioggia che veniva anche dritta dritta da sotto! Accidenti, pioveva anche di notte! (Forrest Gump)
  • Devo andare a trovare Bubba! (Forrest)
  • Dissero che era una ferita da un milione di dollari, ma quei soldi deve averceli l’esercito perché io non ho mai visto un centesimo di quei dollari. (Forrest Gump)
  • C’era un uomo che faceva una chiacchieratina. E non so perché per camicia aveva una bandiera americana. E gli piaceva tanto usare quella parolaccia che comincia per “F”. “F” questo, “F” quello… E quando usava quella parolaccia che comincia per “F”, la gente, non so perché, be’, applaudiva sempre. (Forrest Gump)
  • Abbie Hoffman: Parlaci un po’ della guerra, amico.
    Forrest: La guerra nel Vietnam?
    Hoffman: La guerra nel Viet-fottuto-nam!
  • C’è solo una cosa che posso dire sulla guerra del Vietnam. Nel Vietnam il tuo… [un militare stacca i fili dell’impianto di amplificazione] …E non ho altro da dire su questa faccenda. (Forrest Gump)
  • Il nostro scopo è di proteggere i nostri leader di colore dall’attacco razzista di quei maiali che vogliono brutalizzare i nostri leader neri, violentare le nostre donne, e distruggere le nostre comunità nere. […] E ti voglio dire un’altra cosa. Noi siamo qui per offrire protezione e aiuto a quelli che hanno bisogno del nostro aiuto, perché noi, le Pantere Nere, siamo contro la guerra nel Vietnam. Sì, siamo contro ogni guerra in cui i soldati neri vengono mandati al fronte a crepare per un paese che li odia. Siamo contro ogni guerra in cui i soldati neri vanno a combattere e vengono brutalizzati e uccisi nelle loro comunità mentre di notte dormono nei loro letti. Siamo contro tutte queste azioni razziste e imperialiste dei bianchi! (Masai)
  • Scusate se ho rovinato la vostra festa della Pantera Nera. (Forrest Gump)
  • Dovrò tornare in Vietnam, pensavo. Ma invece decisero che io potevo combattere meglio i comunisti giocando a ping-pong. Così mi ritrovai nelle Forze Speciali, girando tutto il Paese, per far vedere ai veterani feriti come si gioca a ping-pong. Ero così bravo, che qualche anno dopo l’esercito mi mise nella squadra della nazionale di ping-pong. Eravamo i primi americani che visitavano il paese della Cina in un milione di anni o cose così. E qualcuno disse che la pace nel mondo era nelle nostre mani, ma io giocavo solo a ping-pong. Quando tornai a casa, ero diventato una celebrità, più famosissimo anche di Pinocchio. (Forrest)
  • Hanno conferito a te, un imbecille, un broccolo che va in televisione a fare la figura del deficiente davanti all’intero dannatissimo Paese, la Medaglia d’Onore del Congresso? (Tenente Dan)
  • Il tenente Dan mi disse che stava in un albergo. E siccome non aveva le gambe, passava quasi tutto il tempo a esercitare le braccia. (Forrest)
  • Tutti quegli storpi dell’Associazione Veterani… Non fanno altro che parlare di questo. Gesù qui, e Gesù là. Allora? L’ho trovato Gesù? Hanno perfino mandato un prete a parlare con me. Ha detto che Dio ci ascolta, ma che io devo aiutarmi da solo. E che se faccio entrare Gesù nel mio cuore, un giorno camminerò a fianco a lui nel Regno Beato dei Cieli. Hai sentito quello che ho detto? “Camminare a fianco a lui nel Regno Beato dei Cieli.” Be’, accidenti al mio culo sciancato! “Dio ci ascolta.” Sono tutte stronzate! (Tenente Dan)
  • Il tenente Dan aveva capito che ci sono cose che non si possono cambiare. Lui non voleva essere chiamato storpio, così come io non volevo essere chiamato stupido. (Forrest Gump)
  • Mi dispiace aver rovinato la sua festa, ma quella donna sapeva di sigaretta. (Forrest Gump)
  • E chi se l’aspettava? Qualche mese dopo, invitarono me con la mia squadra a visitare la Casa Bianca. E così ci andai, di nuovo… E incontrai il presidente degli Stati Uniti, di nuovo… (Forrest Gump)

Forrest Gump: ma quante ne sai?

  • Benjamin Buford Blue. Soldato semplice di prima classe dell’esercito degli Stati Uniti d’America. Vietnam. 2 marzo 1943. 7 giugno 1967. PH. Il nostro Bubba. (epitaffio di Bubba) Benjamin Buford Blue. PFC US Army Vietnam. Mar 2 1943. Jun 7 1967. PH. Our Bubba.
  • «Quando ero in Cina nella squadra nazionale ping-pong, mi piaceva giocare a ping-pong con la mia racchetta da ping-pong Flex-o-lite!» (pubblicità della fittizia edizione speciale di racchette da ping-pong Gump-Mao)
  • È tutto quello che è rimasto dopo che ho detto: “Quando ero in Cina nella squadra nazionale di ping-pong, mi piaceva giocare a ping-pong con la mia racchetta da ping-pong Flex-o-lite!” (Forrest Gump)
  • Non tornai più a lavorare con il tenente Dan. Però lui curava i miei soldi della Buba Gump; e me li fece investire in una specie di società di frutta. (Forrest)
  • Mamma diceva che un uomo ha bisogno di un tanto di soldi e non di più, e il resto serve solo a fare il pavone. (Forrest)
  • Penso che a volte non ci sono abbastanza sassi. (Forrest Gump)
  • Quel giorno, non so proprio perché, decisi di andare a correre un po’, perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta lì pensai di correre fino la fine della città, e una volta lì pensai di correre attraverso la contea di Greenbow. Poi mi dissi: visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell’ Alabama. E cosi feci. Corsi attraverso tutta l’Alabama, e non so perché continuai ad andare. Corsi fino all’oceano e, una volta lì mi dissi: visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre. Quando arrivai a un altro oceano, mi dissi: visto che sono arrivato fino a qui, tanto vale girarmi di nuovo e continuare a correre. Quando ero stanco dormivo, quando avevo fame mangiavo, quando dovevo fare… insomma, la facevo! (Forrest Gump)
  • Mamma diceva sempre “Devi gettare il passato dietro di te, prima di andare avanti”. (Forrest Gump)
  • «Forrest Gump Ended His Cross Country Run At This Spot 1980» (insegna che indica il punto dove Forrest Gump si è fermato dopo 3 anni, 2 mesi, 14 giorni e 16 ore di corsa)
  • Sono un po’ stanchino. Credo che tornerò a casa ora. (Forrest) [dopo aver corso per 3 anni, 2 mesi, 14 giorni e 16 ore]
  • Sei morta un sabato mattina. E ti ho fatto mettere qui, sotto il nostro albero. E ho preso la casa di tuo padre e l’ho fatta abbattere. Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita. Magari non fosse così. Il piccolo Forrest se la cava benissimo, sì. Presto ricomincerà la scuola. Gli preparo colazione, pranzo e cena, ogni giorno. Sto molto attento: lui si pettina i capelli e si lava i denti ogni giorno. Gli insegno a giocare a ping-pong. Okay, ora… Forrest, tocca a te. È molto bravo. Peschiamo tanto. Ogni sera leggiamo un libro. [piangendo] Com’è intelligente, Jenny! Saresti fiera di lui. Io lo sono. Sai, ti… ti ha scritto una lettera. Dice che non posso leggerla. Non devo farlo, perciò la… la lascio qui per te. Jenny… Non lo so se mamma aveva ragione, o se se ce l’ha il tenente Dan. Non lo so, se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza. Ma io… io credo… può darsi le due cose. Forse le due cose càpitano nello stesso momento. Mi manchi tanto, Jenny! Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano. (Forrest Gump)
  • Jenny Gump. 16 luglio 1945. 22 marzo 1982. Madre, moglie e amica amata. (epitaffio di Jenny)

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