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Omicidio-suicidio Francavilla: le possibili cause del gesto

Fausto Filippone

La terribile vicenda si è verificato a Francavilla al Mare, in provincia di Chieti, sul cavalcavia dell'A14

L’uomo che ha compiuto il folle gesto si chiamava Fausto Filippone, aveva 49 anni ed era residente nella città di Pescara, dove viveva con la moglie e la figlia della compagna, di 12 anni. La dinamica della vicenda è davvero terribile: l’uomo ha prima lanciato già dal viadotto della A 14, di Francavilla, la figlia Ludovica e poi, dopo sette ore di trattativa, si è buttato anche lui.

La vicenda

L’episodio è incominciato con la morte della compagna dell‘uomo, deceduta per le gravi lesioni riportate durante la caduta dal balcone di casa, la corsa in ospedale è stata inutile.

L’uomo in seguito ha preso la figlia della compagna, Ludovica e si è recato sul ponte dell’autostrada. Fausto Filippone si è arrampicato sul viadotto dell’autostrada, dopo aver fatto precipitare giù dal ponte la figlia della compagna, di soli 12 anni, causandone la morte sul colpo. La polizia è accorsa subito sul luogo dell’accaduto ma per la ragazzina non c’era più nulla da fare, il suo corpo giaceva esanime a terra. Gli agenti hanno cercato, in vari modi, di convincere l’uomo a desistere dal compiere il tragico gesto. A tentare la conciliazione sono intervenuti anche la sorella dell’uomo e un mediatore della polizia che stava cercando d’instaurare un contatto con lui.

Come riportato dall’ANSA Fausto Filippone continuava a urlare “scusa, scusa” e non voleva che nessuno si avvicinasse al corpo di Ludovica. Le trattative sono durate a lungo e, molti curiosi e passanti si sono fermati sul luogo della tragedia per scattare foto o fare delle dirette sui social. Dopo sette ore di trattativa l’uomo si è gettato giù dal viadotto, proprio quando gli agenti stavano montando il telone gonfiabile per prevenire la morte sul colpo.

Le ultime parole, pronunciate dall’uomo prima di lanciarsi sono state: “chiedo perdono a tutti“. Filippone era un dirigente della Brioni e circa due mesi fa aveva perso la madre.

La morte della compagnia

I punti da chiarire intorno a questo tragico evento sono ancora diversi. Nel drammatico bilancio, delle morti nella famiglia Filippone, bisogna aggiungere anche la scomparsa della convivente dell’uomo, Marina Angrilli, di 52 anni. La donna è morta gettandosi, dal secondo piano, del balcone della casa dove viveva con la sua famiglia. Marina era insegnante di lettere presso il liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Pescara.

Tra le ipotesi, all’esame degli inquirenti , potrebbe emergere anche il ruolo giocato da Fausto Filippone nella morte della convivente: tra le ipotesi vagliate dagli inquirenti anche quella dell’omicidio-suicidio. Infatti Fausto Filippone potrebbe aver spinto la compagna dal balcone. La teoria è ancora da accertare.

Secondo quando riportato dalla pagina di Leggo, nessuno dei condomini si sarebbe accorto del corpo della donna, precipitato nel cortile retrostante del palazzo. Molto spesso l’appartamento di Filippone e della compagna, che si trova a Chieti Scalo, veniva affittato agli studenti universitari perché la famiglia risiedeva a Pescara.

Le possibili cause del gesto

Tra le prime ipotesi, alla base della folle azione, potrebbe esserci lo stato d’animo dell’uomo, ancora sconvolto dopo la morte della madre. La forte depressione si sarebbe annidata nel cuore dell’uomo, senza più lasciarlo. I malumori di Fausto erano stati intercettati anche nell’azienda dove lavorava, la Brioni. Ora tutta la ditta è stretta intorno al dolore della famiglia, distrutta dalle tragiche morti.