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Francesca Morvillo, l'unica magistrata uccisa dalla mafia

francesca morvillo

La storia di Francesca Morvillo, magistrato e moglie di Falcone, uccisa con lui nella strage di Capaci.

Quando si parla di Francesca Morvillo, si pensa a lei come alla moglie di Giovanni Falcone. Una donna che ha saputo stare a fianco del marito anche in situazioni difficili e che insieme a lui ha trovato la morte a Capaci, per mano della mafia. Ma Francesca Morvillo è stata più di tutto questo. Una donna forte anche se discreta, una delle prime in Italia a diventare magistrato e l’unica, ancora oggi, a essere stata uccisa dalla mafia.

Chi era Francesca Morvillo

Francesca Morvillo non è stata solo la moglie di Giovanni Falcone. Prima di convolare a nozze con uno dei protagonisti della lotta alla mafia e di morire insieme a lui nella strage di Capaci, Francesca era già una donna straordinaria.

Dopo un’eccellente carriera universitaria, nel 1968 Francesca Morvillo vinse il concorso e divenne magistrato. Fu una delle prime donne del nostro Paese a ricoprire questo incarico, in un momento in cui una carriera nelle aule di tribunale non era affatto scontata per una donna. La sua carriera fu brillante. Lavorò a Palermo, dove divenne Sostituto Procuratore al Tribunale dei Minori. Fu anche Consigliere della Corte di Appello di Palermo e insegnò Legislativa del minore alla facoltà di Medicina e chirurgia.

Francesca e Falcone

L’incontro con Giovanni Falcone avvenne più di dieci anni dopo l’inizio della sua carriera. Era il 1979 quando i due si conobbero a casa di un amico comune. Falcone era appena rientrato a Palermo, dopo un’assenza di quasi quattordici anni, ed era stato nominato giudice istruttore del Tribunale della città. In quel momento erano entrambi sposati, ma questo non bastò a fermare il loro amore. Decisero di divorziare e di iniziare una nuova vita insieme. Una scelta coraggiosa da parte di Francesca: era una donna intelligente e sapeva bene che una relazione con Giovanni Falcone le avrebbe reso la vita complicata. Nonostante tutto, scelsero di sposarsi.

Presero però la difficile decisione di non avere figli. Una scelta non indifferente, soprattutto per una donna, ma necessaria a causa della precarietà delle loro vite nella continua lotta alla mafia. “Non si fanno orfani, si fanno figli”: queste le parole di Falcone, che non voleva mettere al mondo dei bambini perché consapevole che non avrebbe potuto trascorrere la vita al loro fianco.

La lotta alla mafia

Francesca non fu mai semplice spettatrice nella lunga lotta del marito contro la mafia. Era una donna intelligente e forte: sapeva a cosa andava incontro e lo ha scelto liberamente. Come magistrato, aveva uno spiccato senso di giustizia e difendeva con decisione le proprie opinioni. Più volte Falcone si confrontò con lei su questioni delicate riguardanti il suo lavoro.

Giovanni era consapevole del rischio a cui stava esponendo Francesca, in particolare dopo il matrimonio. Dopo un primo fallito attentato all’Addaura, mentre la coppia si trovava in vacanza, Falcone provò a mettere in salvo la moglie. Le propose il divorzio per proteggerla, ma la Morvillo rifiutò e rimase accanto a lui fino alla fine. Era con lui anche a Capaci, quel 23 maggio 1992, quando la loro macchina fu travolta dall’esplosione. La uccise il tritolo preparato da Cosa nostra per uccidere il giudice Falcone. Ancora oggi, Francesca Morvillo è l’unico magistrato donna in Italia vittima della mafia e merita per questo di essere ricordata.