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Francesco Maria Gallo presenta il nuovo album, "Inferno": "Vi svelo l'attualità e la bellezza di Dante"

Francesco Maria Gallo Inferno

Nell'intervista esclusiva Francesco Maria Gallo ha presentato il suo nuovo album, "Inferno": "Il disco è un continuo pellegrinaggio".

Passione profonda, cultura sopraffina e musicalità che scorre nelle vene. Attento conoscitore delle sfumature letterarie, paroliere poetico e appassionato della musica più pura. Francesco Maria Gallo presenta nell’intervista esclusiva il suo nuovo album, “Inferno”.

Il disco di Francesco Maria Gallo, “Inferno”, è uscito il 25 marzo, in occasione della giornata internazionale dedicata a Dante Alighieri, a 700 anni dalla sua morte. Cantautore calabrese, bolognese d’adozione, Francesco ha rinunciato a una carriera che lo voleva magistrato e ha dato libero sfogo alla sua raffinata artisticità. L’album “Inferno” è un’opera rock, nella quale l’artista sovrascrive la propria libera interpretazione di alcuni canti e personaggi scelti dall’Inferno dantesco, che qui raccontano la loro propria verità. Si assiste così alla rielaborazione di un proprio inferno, ridisegnato secondo un personale punto di vista. Caronte, Paolo e Francesca, Medusa, Pier delle Vigne, Ulisse, Ugolino, Lucifero sono i personaggi scelti e presi in analisi nelle sue canzoni.

Sono 10 brani a cui si aggiunge la ghost track “Desolazione”, una sorta di “Padre Nostro” profano che ci riporta immediatamente all’Inferno contemporaneo. Il brano, infatti, termina con la riproduzione di una richiesta di aiuto da parte di alcuni naufraghi, rimasti bloccati in mare per due giorni senza ricevere soccorsi, su un barcone che aveva lasciato Zuara, in Libia. Un’opera completa che unisce musica e letteratura. Oltre ai testi dei brani, nel cofanetto sono inclusi i controcanti a cura di Carla Francesca Catanese. Si tratta di poesie urbane nate dopo l’ascolto dei singoli brani scritti da Francesco Maria Gallo e caratterizzate da espliciti riferimenti all’inferno contemporaneo.

Francesco Maria Gallo, l’album “Inferno”

Cantautore, autore televisivo, storyteller, comunicatore, mass mediologo, Francesco Maria Gallo è laureato in Musicologia e Comunicazione di massa al Dams di Bologna. È così che comincia la sua avventura nel mondo dell’arte, della letteratura e della musica.

Infatti, ha raccontato: “Il mio nuovo album nasce da lontano, dai miei studi universitari. Ho lasciato le mie origini calabresi per raggiungere Bologna, dove vivo. Dovevo iscrivermi a giurisprudenza, mio papà era un magistrato. Ma io ho sempre avuto una grande vocazione artistica, così mi sono iscritto al Dams. Inizialmente avrei voluto essere un critico musicale e fare il giornalista. Ho frequentato i corsi e i seminari tenuti da Umberto Eco. Il professore ha tenuto una lezione dedicata alla musicalità insita nei codici della Divina Commedia. Sono da sempre un appassionato della lirica di Dante. Ho raccontato a Eco il mio sogno: trasformare l’Inferno di Dante Alighieri in un’opera rock, un genere al quale sono vicino fin dalla mia adolescenza. Umberto Eco ha approvato con entusiasmo la mia idea, ma mi ha suggerito di rileggere la Divina Commedia con un occhio diverso, più maturo. Così ho iniziato a scrivere testi e musica. Poi ho messo nel cassetto il progetto, che ho rispolverato solo una decina di anni fa. Ho ricominciato così a lavorarci, selezionando una serie di personaggi che ritengo non meritassero di finire all’inferno né la condanna ricevuta. È stata una sorta di riscatto”.

Francesco Maria Gallo racconta “Inferno”

Quindi ha precisato: Pier Delle Vigne era un politico e uno scrittore raffinatissimo, molto invidiato al tempo tanto da convincere Federico II a condannarlo a morte. Era stato ingiuriato, ma il sovrano capì che la condanna era dettata dall’invidia. Non lo uccise, ma lo condannò alla cecità. Così, addolorato dall’inganno terrificante subito, si suicidò. Emerge l’attualità dell’opera di Dante. La storia di Pier Delle Vigne mi ha raccontato quella di Enzo Tortora, dileggiato da un personaggio appartenente alla ‘ndragheta calabrese”.

E ancora: “Ho scelto anche Medusa, che tutti conoscono come il mostro che pietrifica. Invece, nella mitologia greca, era una delle tre sorelle della famiglia dei Giorgioni. Era bellissima e intelligente. Poseidone si invaghisce carnalmente di Medusa, trascinandola nel tempo di Atena e la violenta. Quando Atena lo scopre non punisce Poseidone, perché un Dio e simbolo di potere. Atena punisce la vittima e la trasforma in un mostro. Poi arriva Perseo e con la spada taglia la testa a Medusa. Lei sarebbe dovuta andare in Paradiso, senza neppure passare dal vivo. Nella canzone a lei dedicata ho voluto rendere omaggio a una “regina greca”, una regina triste, che resta avvolta nella nebbia del dolore. Lei è il simbolo di colui o colei che subisce violenza. Anche Ugolino è un personaggio straordinario, è una sorta di Cavour del 1200. Voleva unire le città-stato e creare una sorta di nazione italiana. Con l’aiuto della Chiesa, al tempo più che mai simbolo del potere assoluto, voleva perseguire il suo obiettivo, ma alla fine Ugolino viene tradito e cacciato come traditore della patria, isolato in carcere con i figli”.

Francesco Maria Gallo, il suo “Inferno”

“Il mio Inferno in realtà una sorta di viaggio dal 1200 a oggi, anzi dall’inizio del mondo alla nostra contemporaneità. È un continuo pellegrinaggio. Con il passare del tempo le cose non cambiano. Gli errori si reiterano e così i peccati”, ha tenuto a sottolineare.

Con la sua ammirevole cultura insegna Dante a chi non lo conosce e ne rivela la sua attualità. “Dalla conoscenza del mondo cerco di arrivare alla conoscenza di me stesso”, ha commentato. Intanto è al lavoro su nuovi progetti ambiziosi, che sono una grande soddisfazione soprattutto in un periodo incerto.