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Francia alla presidenza del Consiglio Ue: quali conseguenze per l'Italia?

Macron e Draghi

Francia alla presidenza del Consiglio Ue: cosa accadrà agli altri stati membri?

A partire dallo scorso 1° gennaio, la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea è passata alla Francia. Il presidente Emmanuel Macron avrà diversi oneri , tra cui definire gli incontri, i negoziati, l’agenda e le priorità del Parlamento europeo. Le aspettative per il semestre da parte degli eurodeputati francesi sono le seguenti: salario minimo, lotta al cambiamento climatico, rafforzamento dell’Ue, priorità allo stato di diritto e risoluzioni per la crisi sanitaria. 

Francia alla presidenza del Consiglio Ue: il possibile futuro degli altri stati membri

Durante il discorso di fine anno ai francesi, Emmanuel Macron aveva precisato come il 2022 sarebbe stato l’anno della “svolta europea”. Come si legge da FanPage sono tre gli obiettivi principali che la Francia si è posta in questo semestre, alcuni di questi sono stati menzionati anche dagli europarlamentari: regolamentazione del digitale, salario minimo in tutta l’Ue e transizione ambientale.

Francia alla presidenza del Consiglio Ue: la lotta alla pandemia 

La Francia dovrà anche formulare una risposta adeguata alla lotta contro il Covid-19 che valga per tutta l’Unione europea. Bisognerà inoltre risolvere la crisi in cui numerose società europee sono cadute a causa della pandemia. 

Francia alla presidenza del Consiglio Ue: e l’Italia?

È scontato affermare che l’Italia, anch’essa membro dell’Ue, sarà interessata alle operazioni della Francia nelle questioni citate in questo articolo. Emmanuel Macron dovrà anche interessarsi a riforme relative al sistema migratorio. Il nostro Paese, in tal caso, è uno dei più interessati riguardo a tale problematica.

Nel corso di una conferenza stampa con Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha dichiarato a tal proposito: “Non solo su clima ed energia, anche sui rifugiati stiamo dalla stessa parte con l’Italia. Non vogliamo accettare che la gente muoia nel Mediterraneo, dobbiamo lavorare intensamente per le frontiere esterne Ue e per una politica comune sostenibile dell’asilo”.