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In Francia è stata approvata in Senato la controversa legge sulle pensioni e la stagione caldissima di Emmanuel Macron si è conclusa con l’iter su una norma che ha innescato manifestazioni e proteste violentissime di piazza. Il Senato l’ha approvata con 195 voti a favore e 112 contrari ed il voto è arrivato a distanza di 10 giorni dall’inizio di un dibattito al veleno. Manca adesso il passaggio all’Assemblea Nazionale di giovedì e la premier Elisabeth Borne ha detto che “esiste una maggioranza in Parlamento”.
Francia: approvata la legge sulle pensioni
Ma cosa prevede rispetto al modello italiano quello francese? L’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, che da molti è stato considerato ingiusto per coloro che hanno iniziato a lavorare giovani. In riforma c’è anche un numero maggiorato di anni di contributi versati necessari per ricevere una pensione completa.
Una premier fiduciosa nel Parlamento
Borne è stata netta: “Continuerò a profondere le mie energie con tutto il governo affinché si arrivi alla fine del processo democratico e che questo testo sia votato. Sono certa che in Parlamento ci sia la maggioranza per votare questo disegno di legge necessario per il nostro Paese e che ognuno si assumerà le proprie responsabilità“. Ma per il prossimo passaggio servono i voti della destra in commissione paritetica mista. La strada sembra essere quella di una bozza di compromesso tra le due Camere che dovranno poi votare separatamente.
I voti della destra decisivi in Assemblea
In Assemblea nazionale il governo ha solo la maggioranza relativa: ecco, lì i voti della destra faranno la differenza. E se i voti non arrivassero? I media parlano di una “forzatura” con uno strumento costituzionale raramente utilizzato e molto controverso. Si tratta dell’articolo 49/3, per far passare il testo senza voto.