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Francia, il castello abbandonato de la Mothe-Chandeniers

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Un po’ di storia Il Castello di Mothe-Chandeniers è un castello galleggiante situato nell’antica regione di Sénéchaussée de Loudun (oggi Loudunais) nella Francia occidentale. Risale al XIII secolo, epoca in cui apparteneva all’aristocratica famiglia dei Bauçay, signori di Loudun, e s...

Un po’ di storia

Il Castello di Mothe-Chandeniers è un castello galleggiante situato nell’antica regione di Sénéchaussée de Loudun (oggi Loudunais) nella Francia occidentale. Risale al XIII secolo, epoca in cui apparteneva all’aristocratica famiglia dei Bauçay, signori di Loudun, e si chiamava pertanto Bauçay (o Baussay) Motte. Il cavaliere Amaury de Bauçay combattè valorosamente contro gli inglesi nella famosa Guerra dei Cent’Anni, periodo del quale il castello venne assediato due volte. Successivamente passò nelle mani di altre due famiglie, quella dei de Chaunay e poi quella dei Rochechouart. Un membro di quest’ultima, François, marchese di Chandoiseau, dopo essere stato esiliato nel 1650 per aver partecipato al movimento della Fronda contro il Cardinale Giulio Mazzarino, Primo Ministro di Luigi XIV, si ritirò proprio in questo castello, che aveva chiamato di Mothe-Chandeniers, trasformandolo in un luogo sfarzoso, una vera e propria corte dove teneva ricevimenti ed invitava colte ed importanti personalità. Nel 1668, tuttavia, in quanto oberato dai debiti, il marchese fu costretto a venderlo. Successivamente il castello cadde in rovina, anche perché fu devastato durante la Rivoluzione francese, ma nel 1809 venne acquistato da François Hennecart, un ricco uomo d’affari di Orleans, che si impegnò a farlo ristrutturare, ispirandosi allo stile gotico inglese e creando tra l’altro creare una vigna. Alla sua morte, lo lasciò in eredità alla figlia, Alexandrine, che a sua volta lo lasciò alla terzogenita Marie, la quale aveva sposato lo scudiero di Napoleone III, Barone Edgard Lejeune. Quest’ultimo, nel 1870, continuò i lavori di restauro, affidandolo ad un architetto inglese che si ispirò su richiesta del committente al gusto romantico dei castelli di Ludwig II di Baviera e dei castelli della Loira.

L’incendio e la leggenda

Domenica 13 marzo 1932, mentre un discendente della famiglia, il Barone Robert Lejeune, stava facendo installare un impianto di riscaldamento, scoppiò un terribile incendio. Per tentare di sedarlo, vennero chiamati vigili del fuoco da tutta la regione, ma non riuscirono nell’intento. Solo la cappella, la colombaia e poco altro si salvarono dalle fiamme; andarono perduti una biblioteca di libri antichi, gli arazzi sulle pareti, pregiati mobili e dipinti. Sull’infausto episodio, che lasciò il castello in rovina, nacque una leggenda popolare, chiamata “Leggenda del Fuoco Mai Spento”, secondo cui alcuni avventurieri trascorsero la notte nell’edificio, conducendovi anche delle sedute spiritiche. Invocarono il nome del primo proprietario del castello, ma in quel momento il tavolino dove si svolgeva la seduta, cominciò a scricchiolare, alzandosi leggermente, e si scatenò un piccolo incendio, che bruciò le suole delle scarpe dei partecipanti, i quali corsero via terrorizzati. Da allora, durante il tramonto, sarebbero visibili strani riflessi sulle mura esterne del castello: quelli delle fiamme che disegnano i contorni del primo proprietario dell’edificio, che torna a vegliare perché quest’ultimo non venga mai ricostruito o abitato, anche se negli anni ha avuto altri proprietari. Nel 2016 è nata un’associazione per salvarlo dallo sfacelo: si sta cercando di trasformarlo in un villaggio vacanze.

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