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Francia, la premier Elisabeth Borne fa piangere una disabile: “Non bastano i soldi? Torni a lavorare"

Elisabeth Borne

Durante un'intervista a Radio France la premier di Parigi Elisabeth Borne fa piangere una disabile che lamentava di non avere accesso a sussidi

Sconcerto e polemiche accesissime in Francia, dove la premier Elisabeth Borne fa piangere una disabile: “Non bastano i soldi? Torni a lavorare”. Gaffe con tempestiva retromarcia della lady di ferro voluta da Emmanuel Macron che ha fatto letteralmente scoppiare in lacrime una donna disabile che le chiedeva aiuto. Insomma, gaffe o meno, quello che della Borne ha colpito è stata la sua freddezza ed una apparente incapacità di provare empatia.

Elisabeth Borne fa piangere una disabile

Ma cosa è accaduto? Che la 61enne prima ministra di Parigi stava rispondendo a delle domande degli ascoltatori in un programma di Radio France. Ad un certo punto un’ascoltatrice nizzarda di nome Dolores si stava lamentando con lei del fatto che fosse disoccupata. Attenzione: la donna lo aveva fatto spiegando che “senza lavoro” lo era diventata dopo essere diventata invalida in seguito a un grave infortunio. Poi Dolores ha spiegato che comunque non poteva accedere ai sussidi pubblici perché suo marito guadagnava uno stipendio annuo di 21.600 euro. Ha detto Dolores: “Mio marito guadagna 1.800 euro al mese e, nonostante paghiamo un affitto di mille euro, mi dicono che non ho diritto a nulla”.

Lacrime e spiegazione: “Sono in sedia a rotelle”

Ed a quel punto la Borne le ha suggerito di “riprendere, magari, un’attività professionale”, questo perché che “tornare a lavorare sarebbe qualcosa che potrebbe voler tornare a fare”. In quel momento Dolores è scoppiata in lacrime dicendo: “Mi piace quando il primo ministro ti dice di tornare al lavoro ma, sa, io sono su una sedia a rotelle”. A quel punto la premier ha innestato la retromarcia. Lo ha fatto sostenendo che “i datori di lavoro non dovrebbero chiudere la porta alle persone in sedia a rotelle”, ed aggiungendo ancora che “probabilmente non è il momento di parlare di questa ipotesi di ripresa dell’attività professionale”.