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Francia, riforma pensioni: via libera dal Consiglio costituzionale

Emmanuel Macron

Resta valida la riforma pensioni in Francia. Lo stabilisce il Consiglio costituzionale.

Niente referendum in Francia per quanto riguarda la tanto contestata riforma delle pensioni. Il Consiglio costituzionale francese ha rispedito al mittente dei 250 parlamentari di opposizione la richiesta, di fatto la riforma resta valida.

Il Consiglio costituzionale francese respinge la richiesta di referendum della sinistra: riforma pensioni resta valida

Tra i vari punti della riforma, il Consiglio ha convalidato anche uno dei più criticati, quello relativo all’età pensionabile, innalzata a 64 anni. Nulla da fare dunque per l’opposizione, che aveva chiesto fosse il popolo ad esprimersi sulla riforma promossa dal governo Borne e dal presidente Macron.

Da sottolineare però come non tutta la riforma sia stata convalidata. Il Consiglio costituzionale francese ha infatti ‘tagliato fuori’ la misura che istituiva “l’indice di anzianità“, ai sensi dell’articolo 11 della Costituzione francese, più altre cinque.

La misura che spaventa la Francia

Subissata di critiche, resta valida la misura relativa all’età pensionabile: in poche parole, in Francia per andare in pensione bisognerà aspettare due anni in più, rispetto ai 62 previsti. Perché? È presto detto: il debito pubblico, così come in Italia, spaventa la Francia, che non può permettersi un esborso di pensioni per chi arriva a 62 anni. Per farlo dovrebbe valutare l’ipotesi di un innalzamento tasse che, come facilmente intuibile, farebbe felici ancor meno francesi.

Ci sono però anche altri spunti di questa misura che spaventano i francesi. Con questa riforma, il sistema di accesso alla pensione sarà piuttosto rigido e scarsamente generoso. I lavoratori francesi potranno andare in pensione con due anni di ritardo, ma con una decisa penalizzazione economica. In pratica soltanto arrivando a 65 anni di età, con 40 anni di contributi in tasca, sarà possibile ottenere la contribuzione piena.

Borne su Twitter: “Né vincitori né vinti“, e Macron apre ai sindacati

Questa sera non ci sono né vincitori né vinti“, commenta così su Twitter la premier francese, Elisabeth Borne, aggiungendo: “La Corte costituzionale ha stabilito che la riforma è in linea con la nostra Costituzione, sia nel merito che nella procedura. Il testo è giunto alla fine del suo processo democratico“.

La lotta sulle pensioni continua“, assicura il leader di sinistra de La France Insoumise Mélenchon, e sulla questione interviene anche Marine Le Pen: “La sorte politica della riforma non è ancora decisa, il popolo ha sempre l’ultima parola, spetterà al popolo preparare l’alternativa che tornerà su questa riforma inutile e ingiusta“.

Intanto il presidente Emmanuel Macron, a prescindere dalla decisione della Corte, ha aperto un varco ai sindacati, attesi all’Eliseo martedì: “La porta dell’Eliseo resterà aperta, senza condizioni, per questo dialogo“, spiegano fonti vicine a Macron. Già nei giorni passati, in occasione di una visita di Stato nei Paesi Bassi, il presidente aveva aperto ad “un colloquio con le parti sociali“, all’indomani della decisione della Consulta.