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Fuga dal Sudan, pronto il piano di evacuazione per 200 italiani

Sudan

Fuga dal Sudan. Diversi Paesi stranieri, tra cui l'Italia, stanno preparando l' evacuazione di migliaia di loro concittadini.

La fuga dal Sudan continua. Gli Stati Uniti hanno completato l’evacuazione e anche la Francia ha avviato l’operazione. Diversi Paesi, tra cui l’Italia, sono pronti a far evacuare migliaia di concittadini.

Fuga dal Sudan, piani di evacuazione

Gli Stati Uniti hanno completato l’evacuazione del personale della loro ambasciata in Sudan, come riportato dai media americani. L’evacuazione è stata condotta tramite un aereo militare americano, ma non è ancora chiaro dove il personale dell’ambasciata sia diretto. Anche la Francia ha avviato un’operazione per l’evacuazione dei suoi cittadini. Diversi Paesi stranieri, tra cui l’Italia, stanno preparando l’evacuazione di migliaia di loro concittadini, anche se il principale aeroporto del Sudan rimane chiuso. L’Rsf ha promesso “piena cooperazione con tutte le missioni diplomatiche, fornendo tutti i mezzi di protezione necessari e garantendo il loro ritorno sicuro nei loro Paesi“.

Il gruppo si era detto pronto ad aprire parzialmente gli aeroporti in Sudan per evacuare i cittadini stranieri. I combattimenti hanno provocato centinaia di morti e migliaia di feriti, mentre i sopravvissuti devono far fronte alla carenza di elettricità e cibo. Il ministero degli Esteri dell’Arabia Saudita ha annunciato “l’arrivo sicuro” di 91 dei suoi cittadini insieme ad altri provenienti da Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Tunisia, Pakistan, India, Bulgaria, Bangladesh, Filippine, Canada e Burkina Faso. Mentre le forze navali trasportavano i civili attraverso il Mar Rosso da Port Sudan a Jeddah, sono ripresi i combattimenti nella capitale del Sudan Khartoum dopo la temporanea tregua.

Fuga dal Sudan, pronto il piano di evacuazione per 200 italiani

I piani di evacuazione di stranieri da Khartoum sono pronti a scattare, ma la situazione nella capitale è ancora molto pericolosa e circa 200 italiani sono ancora bloccati in Sudan. L’Italia sta organizzando l’evacuazione dei connazionali con velivoli militari che sono già stati dislocati a Gibuti, il piccolo Stato-base militare incastonato fra Eritrea, Etiopia e Somalia sul golfo di Aden. A Palazzo Chigi si è svolta una riunione per predisporre il piano di emergenza, con la premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, il generale Francesco Paolo Figliuolo, responsabile del Comando operativo interforze, e i responsabili dell’Unità di crisi della Farnesina e dei servizi. Intanto, è finito l’incubo per 19 turisti italiani sorpresi dalla guerra mentre erano in crociera nelle acque di Port Sudan. Sono potuti sbarcare a Hurghada in Egitto.

L’esercito sudanese, guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, aveva previsto l’evacuazione da Khartoum di diplomatici e cittadini di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Cina su aerei da trasporto militare appartenenti alle rispettive forze armate. Fonti diplomatiche hanno definito “ancora in fase di negoziazione” l’apertura di corridoi di fuga per stranieri. Gli spostamenti potrebbero essere pericolosi in questo momento. La tregua di tre giorni concordata venerdì su pressione Usa per la fine del Ramadan ha retto solo una notte e in mattinata sono ripresi gli scontri.