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Fuggita dall’Ucraina con una malattia rara: la storia di Yuliya, accolta a Napoli

Yuliya con il professor Michele D'Alto

Non solo la paura di morire sotto le bombe russe, perciò Yuliya è fuggita dall’Ucraina con una malattia rara ed è arrivata a Napoli dove viene curata

Sta suscitando interesse e commozione in questi giorni la storia della giovane donna dall’Ucraina con una malattia rara: è quella di Yuliya, accolta a Napoli dopo una fuga da Kiev perché la sua ipertensione arteriosa non le consente deroghe da un regime di cure farmacologiche ferreo. La giovane donna è affetta da ipertensione arteriosa polmonare. Si tratta di una una malattia cronica che può irrimediabilmente minare il cuore di una persona, trasformando un semplice scompenso cardiaco in un evento potenzialmente fatale. E Yuliya era a Kiev quando sono arrivate le prime bombe russe. 

Fuggita dall’Ucraina con una malattia rara

A quel punto la paura di morire non solo per le bombe ma anche per le sue condizioni ha spinto la giovane ad un viaggio della speranza attraverso Polonia, Germania e Austria per arrivare in Italia. Nel nostro paese Yuliya è a Napoli dov’è stata presa in carico dall’ospedale Monaldi e dal professo Michele D’Alto. Ecco il racconto della giovane donna: “A Kyiv avevo una camera in affitto e la mattina mi ha svegliato la mia vicina, io pensavo che fosse lei a bussare, invece poi ho scoperto che ci stavano bombardando. Poi ho deciso di uscire comunque dalla mia stanza, ho preparato la valigia di emergenza, ho fatto colazione e mentre facevo colazione sentivo il volo degli elicotteri, e appena dieci minuti più tardi ho scoperto che degli aerei stavano bombardando Gostomel”. 

La fuga e il viaggio della speranza fino a Leopoli

E ancora: “Capendo che non era sicuro rimanere nell’appartamento, perché in qualsiasi momento avrebbero potuto bombardare, e non avendo la possibilità di lasciare Kyiv perché c’era molto traffico, le persone erano ferme per delle ore per percorrere pochi chilometri, ho deciso di raggiungere un rifugio antiaereo”. Poi per la giovane è partito il viaggio della speranza: “Il mio viaggio fino a Lviv è durato nove ore, sono riuscita a salire sul treno velocemente ma sono dovuta rimanere in piedi per nove ore. A Lviv i volontari mi hanno aiutato a trovare un posto in cui potessi fermarmi gratuitamente e sono rimasta lì. Ho trascorso lì una notte e la mattina mi hanno proposto di restare o di lasciare il paese. Dalla paura, ho scelto di venire in Italia, a Napoli. Perché purtroppo non penso che ci saranno le medicine disponibili in Ucraina”.