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Funivia del Mottarone, la Procura chiede di annullare la scarcerazione dei tre indagati

Uno scatto della tragedia

Funivia del Mottarone, la Procura chiede di annullare la scarcerazione decisa dal Gip che però nel frattempo è stato sostituito: non era il titolare

Funivia del Mottarone, la Procura chiede di annullare la scarcerazione dei tre indagati con il deposito nella cancelleria del Tribunale del Riesame di Torino dell’istanza di appello contro la decisione del Gip Banci Buonamici. Che significa? Che gli inquirenti che indagano sul fatto chiedono di rivedere l’atto con cui i tre indagati erano stati scarcerati sulla scorta dell’assenza di tre pericoli: fuga, reiterazione del reato ed inquinamento delle prove. A parere procedurale del Procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi e del sostituto Laura Carrera i tre devono essere sottoposti a misure di cautela più stringenti nelle more dell’indagine.

Mottarone, Procura: annullare la scarcerazione, intanto cambia il gip

E l’azione della procura, secondo il canovaccio del “duello” fra le parti che ha caratterizzato come non mai la complicata vicenda giudiziaria, si è “insinuata” in un nuovo scenario sulle indagini per la vicenda. È quello per il quale la Gip che aveva rigettato le richieste di arresto è stata esonerata in queste ore dal caso. Perché? Nulla di complottardo, per carità, semplicemente non era la titolare del fascicolo, che tocca invece alla collega Ceriotti. Il presidente del Tribunale di Verbania, Luigi Montefusco, aveva infatti due strade discrezionali: o privilegiare l’organicità della videnda, lasciando titolare il gip che aveva già agito in punto di procedura o far tornare tutto al gip “titolare”, mettendo però a rischio reset lo stato delle cose già raggiunto.

Mottarone, la Procura chiede di annullare la scarcerazione: torna la Ceriotti

La dottoressa Ceriotti era assente quando la vicenda era diventata appannaggio di contesa giudiziaria, ma ha ripreso servizio il 31 maggio, il giorno dopo le scarcerazioni decise dalla collega. Il tribunale ha spiegato l’avvicendamento con una nota: l’assegnazione alla Buonamici era “giustificata per la convalida del fermo, (che non può essere in alcun modo procrastinata – ndr) ma non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione dei giudici impediti disposti nelle tabelle di organizzazione”. Insomma, fra essere ligi alla burocrazia ed essere plastici sul governo del diritto in Italia pare che ci sia sempre una via tracciata. Dal canto suo la Procura, che è “altera pars” nella faccenda, ha appellato le scarcerazioni ad altro tribunale che solo di applicabilità delle misure di cautela si occupa. Tuttavia è evidente che gli inquirenti sperano anche che dall’avvicendamento emerga una nuova e legittima “sintonia” in punto di diritto fra chi accusa e chi avalla le misure di accusa prima del processo.

Mottarone, la Procura chiede di annullare la scarcerazione e di rigettare un incidente probatorio

La prova? Le nuove polemiche e schermaglie fra l’accusa e la difesa di uno dei tre indagati, Gabriele Tadini. Il suo avvocato ha fatto istanza di incidente probatorio. Cos’è? E’ un momento procedurale in cui la prova a carico dell’indagato viene “cristallizzata”, cioè si fissano una volta per tutte i binari su cui la stessa accusa è obbligata a procedere per perseguire una persona iscritta e registro. E siccome la Procura ha ancora troppi pochi elementi su Tadini e rischia di soccombere in un eventuale processo ha chiesto che quel momento non si tenga subito, perché “pregiudicherebbe in modo irreversibile lo svolgimento delle attività di indagine.

Mottarone, la Procura chiede di annullare la scarcerazione: nuovo Gip, nuove energie

Le loquaci requirenti sostengono che “Dal momento del tragico incidente sono trascorsi solo 11 giorni”, quindi la richiesta è “intempestiva e prematura e chiedono l’inammissibilità della richiesta e il suo rigetto. E quale gip dovrà valutare questa eventuale inamissibilità? La titolare originaria del fascicolo, ovviamente, non più quella che aveva già interagito con la Procura, bocciando su tutti i fronti i suoi arresti.