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Funivia Stresa-Mottarone, un soccorritore: "Un inferno, c'era un giovane che respirava ancora"

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Un campo di battaglia così il primo soccorritore giunto sulla scena ha definito il disastro della funivia di Stresa-Mottarone.

Il primo soccorritore giunto sul posto del disastro della funivia di Stresa-Mottarone ha descritto la scena che si è trovato davanti al suo arrivo: ad impressionarlo di più è stato un bambino rimasto intrappolato sotto il corpo di un giovane che respirava ancora: “E sotto di lui altri tre. Tutti morti. Una scena terribile“.

Funivia Stresa-Mottarone: parla un soccorritore

Intervistato dal Corriere della Sera, il volontario Cristiano L’Altrella, caposquadra del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Stresa, ha affermato di aver trovato davanti a sé un campo di battaglia: corpi di ragazzi, di uomini e di donne sparsi sul pendio della montagna. “Abbiamo visto la cabina rossa accartocciata, era rotolata giù e si era fermata addosso a un pino, trenta metri più in là dell’ultimo pilone. Prima di arrivare abbiamo trovato due corpi, due uomini. Erano stati sbalzati fuori e non respiravano più“, ha dichiarato.

Una volta recatisi a soccorrere le persone rimaste dentro la cabina, ha continuato, ha trovato questa aperta su un fianco. Si è dunque infilato all’interno a fatica e ha chiesto chiesto subito di tagliare le lamiere perché se c’era qualcuno da portar fuori bisognava creare lo spazio per far passare le barelle.

C’erano cinque persone ammassate l’una sull’altra di cui uno solo respirava, quello che stava sopra agli altri: “Abbiamo cercato in tutti i modi di salvarlo. Era incosciente ma i segnali di vita c’erano ancora“. Gli hanno dunque messo la maschera dell’ossigeno e praticato il massaggio cardiaco ma purtroppo non ce l’ha fatta. Sotto di lui c’era un bambino: “Non riesco a descrivere quello che ho visto, troppo, troppo forte“.

Funivia Stresa-Mottarone, soccorritore: “Speravamo in qualche segnale di vita”

Mentre avevano luogo i soccorsi, ha continuato L’Altrella, c’era il rischio che la cabina precipitasse ancora più giù perché la pendenza era notevole, così le squadre hanno cercato di metterla in sicurezza legandola all’albero con una corda. “Bisognava capire come stavano gli altri. Non sapevamo quanta gente ci fosse nella funivia“, ha raccontato. Facendo un calcolo approssimativo e sapendo che quelle cabine hanno una capienza di 40 posti, ha ipotizzato che potessero esserci una ventina di persone a bordo e secondo i suoi calcoli ne mancavano più di dieci all’appello.

Li hanno trovati sparsi sotto il livello della cabina fino ad una distanza di venti/trenta metri, catapultati fuori dall’abitacolo, scivolati giù. “Siamo andati a vederli uno per uno, sperando in qualche segnale di vita. Quattro donne e un uomo, il padre del bambino. Tutti spirati“. Due bambini gravemente feriti sono poi stati portati via e dopo che il medico ha constatato i decessi i soccorritori si sono preoccupati di coprire tutti i corpi con le coperte di stagnola.

Funivia Stresa-Mottarone, soccorritore: “Il più grande disastro di questi luoghi”

L’uomo ha definito l’accaduto come più grande disastro avvenuto in quei luoghi. Prima di questo episodio ha ricordato un aereo precipitato anni fa al Mottarone che provocò due vittime e un treno deragliato a Stresa che causò un morto e vari feriti. “Qui sono quattodrici… non riesco a pensare a quello che ho visto. Mi scusi ma ora sono troppo stanco e vorrei tornare a casa. Non so come farò stanotte. Ho quel bambino negli occhi“, ha concluso.