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“Fuori il nome di chi ha il ciclo”: l’ordine della direttrice di un market

Agghiacciante atteggiamento della direttrice di un market

“Fuori il nome di chi ha il ciclo sennò gli calo le mutande io", poi minacce di "contestazioni disciplinari a tappeto e mancati rinnovi di contratto"

“Fuori il nome di chi ha il ciclo”: l’ordine della direttrice di un market di Pescara ha fatto il paio anche con la orribile minaccia delle conseguenze se quell’ordine fosse stato disatteso: “Sennò gli calo le mutande io”. La responsabile di uno spot alimentare in Abruzzo manda un audio agghiacciante ai capi reparto e il motivo della sua “furia” sarebbe stato quello di aver ritrovato in un bagno usato dal personale un assorbente fuori dal cestino

“Fuori il nome di chi ha il ciclo”

Attenzione, non di uno sfogo magari anche emendabile si sarebbe trattato, ma di un vero “diktat” esternato a terzi in maniera ufficiale in ambito lavorativo con cui la direttrice “pretendeva veramente che le 12 dipendenti di quel punto vendita venissero controllate una per una per trovare la colpevole”, come scrive Pescara City. Ed in proposito è stato stilato un elenco con tanto di nomi circolato sui gruppi WhatsApp dei vari reparti. Il tutto accompagnato da quella minaccia becera sulle “mutande calate” e “con previsioni di contestazioni disciplinari a tappeto oltre che mancati rinnovi di contratto a tempo determinato”.

La denuncia di Urbano di Filcams Cgil

A spiegare inorridito la vicenda su quel “ciclo criminale” è stato Davide Urbano, segretario Filcalms Cgil. Il sindacato ha denunciato l’accaduto nel corso di una conferenza stampa. Poi la protesta è andata in silloge sulla pagina Facebook: “Visto il rifiuto delle lavoratrici a comunicare quanto richiesto, la violenza verbale si è poi tramutata in fisica quando i capi reparto hanno controllato singolarmente le donne in servizio”.