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G20: il rapporto del Cmcc per il 2050, a rischio Pil di molti paesi

Emissioni

Riduzione delle emissioni ed aumento della durata delle ondate di calore. Un tema delicato che dovrà essere affrontato con estrema immediatezza al G20.

Uno scenario disastroso per il futuro se non si interviene immediatmente quello riportato dal Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici). I danni climatici potranno gravemente influenzare il Pil di molti stati del G20, anche quelli più sviluppati ed ecofriendly.

G20: i danni economici del cambiamento climatico

I danni climatici, se non si interviene subito, potrebbero far scendere il Pil in media di almeno il 4% entro il 2050 ed oltre il 13% entro il 2100. La soluzione per ridurre questo drastico calo, secondo il rapporto del Cmcc sarebbe quella di adottare delle politiche ad hoc a basse emissioni di carbonio. In questo modo: “Limitare l’aumento della temperatura a 2 gradi centigradi potrebbe far scendere il costo degli impatti climatici nel G20 ad appena lo 0,1% del suo Pil totale entro il 2050 e l’1,3% entro il 2100“.

G20: il documento del Cmcc

Questo documento del Cmcc consiste in 20 fogli informativi per ogni Paese, all’interno del quale sono riassunte tutte le proiezioni e le previsioni degli impatti climatici a lungo periodo nei paesi più sviluppati al mondo. Oltre alle emissioni, si sono analizzati anche molti fenomeni naturali legati al cambiamento climatico e i danni che possono arrecare; tra questi: le ondate di calore.

G20: gli effetti delle ondate di calore

Riguardo le ondate di calore sono a rischio tre Stati: Argentina, Brasile ed Indonesia. In questi tre Paesi, le ondate di calore, potrebbero aumentare di circa 60 volte la propria durata rispetto all’attuale situazione, mentre nelle altre Nazioni del G20 aumenterebbero la propria durata di circa 10 volte in più. Tale situazione, oltre ad arrecare danni economici in futuro, porterebbe ad un aumento delle morti per il caldo estremo di oltre il 50%.