> > Galles, la storia di Rebecca: 15enne uccisa per scommessa

Galles, la storia di Rebecca: 15enne uccisa per scommessa

Rebecca uccisa a 15 anni

L'ex fidanzato l'ha massacrata a colpi di pietra. La madre ricorda la figlia Rebecca a otto anni dal drammatico omicidio.

Uccisa a 15 anni per una sadica scommessa. Rebecca Aylward è stata ammazzata dal suo ex ragazzo Joshua Davies a Maesteg, nel Galles. Il giovane l’ha attirata nel bosco per poi finirla a colpi di pietra. Ad un amico, poche ore prima del terribile omicidio aveva detto: “È venuta l’ora”. Pare che da tempo avesse iniziato ad esprimere il desiderio di uccidere la ragazza – con la quale era uscito per qualche mese l’anno precedente l’omicidio – al punto che gli amici, pensando ad una macabra battuta lo avevano sfidato, promettendogli una colazione nella sua caffetteria preferita a delitto compiuto. Terribile la reazione del giovane che Rebecca l’ha uccisa per davvero.

Uomini che odiano le donne

Sono fatti che risalgono ormai ad otto anni fa, Joshua Davies è ormai adulto – all’epoca dei fatti aveva 16 anni – ma ancora nessuna spiegazione razionale è intervenuta a giustificare il suo insano desiderio di uccidere. Rebecca è l’ennesima vittima della violenza, del possesso, della gelosia o forse solo della patologia perversa che, come un tarlo, ha insinuato in un adolescente il pensiero di poter uccidere la propria ex ragazza, e forse anche di sfuggire alle conseguenze di questo gravissimo gesto. Forse, nella sua mente malata, legittimato da una società in cui le donne sono sempre più vittime dell’odio degli uomini, e parallelamente dipinte come indifese e incapaci di difendersi. Così deve essere sembrata la 15enne massacrata a colpi di pietra al proprio aguzzino, che non ha mai manifestato nessun dubbio, rimorso, né paura tanto nel pianificare quanto nel compiere il delitto.

Massacrata a colpi di pietra

A raccontare e ricordare la tragica vicenda, a distanza di anni, proprio la madre della vittima, Sonia Oatley. La donna, autrice di un libro con cui ha voluto raccontare la figlia e la sua personale lotta con il dolore per la sua prematura scomparsa, ha ricordato di aver visto la figlia per l’ultima volta proprio quel fatale giorno, mentre si accingeva a salire sulla macchina dello zio per andare incontro al suo assassino. Rebecca si era data appuntamento con Davies nel bosco di Aberkenfig, un luogo molto popolare tra i teenagers del posto. Lì l’avrebbe aspettata il ragazzo che ha provato prima a strangolarla per poi colpirle ripetutamente il cranio con una pietra.

L’assassino: “scosso ma non pentito”

Non ha mai mostrato nessun segno di rimorso Davies, che dopo l’omicidio ha persino voluto mostrare il corpo della sua vittima ad un amico. Fu lui, al tempo delle indagini, a descriverlo a qualche ora dal delitto come “scosso ma affatto triste per ciò che aveva fatto”. Il ragazzo aveva persino cercato di nascondere le sue tracce e creare un alibi attraverso il proprio profilo Facebook: a qualche ora dal delitto aveva aggiornato il suo stato dicendo di essere con amici “a rilassarsi”. A qualche giorno dalla scomparsa aveva persino mandato un messaggio al telefono di Rebecca: “siamo tutti preoccupati per te”, diceva l’sms. Solo dopo il ritrovamento del corpo della ragazza le autorità sono state in grado di risalire a lui. Oggi la famiglia della vittima ha creato un’associazione a sostegno delle famiglie delle vittime di crimini violenti.