Simona Bernini Alberto Stasi, come tutti sappiamo, è condannato per l’omicidio della sua fidanzata, ma in seguito ad alcune indagini, sembrerebbe che il DNA trovato non gli appartenga.
La famiglia di Alberto Stasi, in base alle ultime indagini emerse, sarebbe pronta a riaprire il processo che lo vede coinvolto.
La fidanzata del giovane, ovvero Chiara Poggi, sarebbe stata uccisa il 13 luglio 2007, e l’accusa di omicidio è caduta sul suo fidanzato, ovvero Stasi, ma in seguito alle ultime indiscrezioni, il DNA ritrovato sulle unghie del giovane non apparterebbe a lui, ma a qualcun altro.
Stasi ora che di anni ne ha 38, è condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara, ma il processo che lo ha visto coinvolto ha fatto acqua da un po’ tutte le parti e ci sono stati molti buchi e omissioni. Non tutto è stato detto e molte cose rimangono ancora nell’ombra.
In tutto questo periodo, dalla morte e uccisione di Chiara, trovata dal giovane in casa, avvenuta nel luglio 2007, sino ad oggi, c’è stato un processo lunghissimo ricco di nuovi dettagli, come l’assoluzione a Stasi poi l’annullamento di questa assoluzione e infine l’accusa di omicidio per la quale deve scontare 16 anni di carcere.
Appena entrato in carcere, Stasi ha scritto una lettera dove si paragona a Sacco e Vanzetti in quanto lui si è sempre dichiarato innocente e afferma che i giudici volevano un colpevole che hanno trovato in lui.
Vediamo questa ulteriore prova cosa porterà e cosa succederà.
