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Gas, Eni: firmato contratto da 8 miliardi con la Libia. Meloni: "Accordo storico"

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Durante la missione in Libia è stato siglato un accordo contrattuale storico tra Eni e l'omologo locale per estrarre ingenti quantità di gas

Un accordo “storico”. Così lo ha definito la premier Giorgia Meloni dopo la firma del contratto siglato dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e dal suo omologo della National Oil Corporation (NOC), la major libica, Farhat Bengdara. Concretizzando, nel corso della missione in Libia, quanto ci si attendeva da parte del gruppo energetico italiano, pronto, dopo la firma, a dare il via ad un programma di sviluppo di un “progetto strategico” con la finalità di “aumentare la produzione di gas per rifornire il mercato interno libico” da un lato e “garantire l’esportazione di volumi in Europa” dall’altro.

Storico accordo in Libia con Eni: il progetto per estrarre gas

Stiamo parlando delle strutture A&E, primo grande progetto pronto per lo sviluppo in Libia dal 2000, ovvero due grandi giacimenti di gas ubicati nell’area contrattuale D, al largo del Paese. Chiamati Struttura A e Struttura E, andranno a costituire, dal 2026, una preziosa fonte di approvvigionamento di gas con una stima, a regime, di 750 milioni di piedi cubi standard al giorno.

I giacimenti, parte del blocco marino Nc 41, si trovano a circa 100 km da Tripoli e hanno riserve stimate in 170 miliardi di metri cubi di gas. L’investimento da 8 miliardi di dollari consentirà, ha sottolineato Eni, di avviare la produzione “attraverso due piattaforme principali collegate agli impianti di trattamento esistenti presso il complesso di Mellitah. Il progetto – prosegue la nota – prevede anche la costruzione di un impianto di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS) a Mellitah, che consentirà una significativa riduzione dell’impronta carbonica complessiva, in linea con la strategia di decarbonizzazione di Eni”.

Come verrà ripartito il gas estratto dal 2026

Eni, come ricordato dal premier, è nel Paese dal 1959 e l’impatto atteso dall’investimento è stato definito “significativo” nel contributo che andrà a fornire all’economia libica sia sull’industria che sulla relativa catena di fornitura. L’accordo avrà durata quarantennale e per iniziare l’estrazione del gas già individuato ci vorranno almeno tre anni e mezzo: da quel momento in poi l’azienda recupererà l’investimento andando a trattenere il 38% dei volumi estratti per i successivi 15 anni. A seguire la quota passerà, per altri 25 anni, al 30%. La restante quota di gas andrà a servire le centrali libiche mentre un terzo del gas trattenuto da Eni verrà riversato in GreenStream, il gasdotto sottomarino in comproprietà con Noc e costruito due decadi fa. Rifornendo il mercato interno italiano.