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Gas pagato in rubli, significato e conseguenze

Vladimir Putin

Gas pagato in rubli: siamo di fronte alle chiacchiere di Putin o ci possono davvero essere gravi conseguenze immediate?

Sta facendo molto discutere la presa di posizione di Vladimir Putin riguardo il pagamento del gas naturale esclusivamente in rubli. Come mai il leader della Federazione Russa non è disposto a ritrattare e continua ad usare il gas per minacciare l’Occidente?

Perchè Putin insiste sul pagamento del gas in rubli?

La risposta a questa domanda per quanto possa sembrare esclusivamente di natura economica, non lo è. Vi è infatti un movente politico che spinge il presidente russo a continuare con questa strategia. La sua mossa vuola essere una risposta alle sanzioni che ritiene ingiuste. Putin parla infatti di Paesi ostili e non ostili. Questa separazione serve per spaccare l’Occidente, precisamente l’Unione Europea, e trasmettere un messaggio al suo popolo e ai suoi alleati, ossia che esistono degli Stati apertamente ostili alla Russia che vanno visti come “nemici”.

Quali sono le conseguenze del mancato pagamento in rubli?

Ma se la retorica putiniana è una cosa, la pratica è invece diversa. Vladimir Putin ha firmato un provvedimento grazie al quale si potranno interrompere i contratti con gli Stati che non pagheranno il gas naturale in rubli. La data fissata è oggi, 1 aprile 2022, ma Putin non può svegliarsi la mattina e “chiudere i rubinetti” all’imporvviso. Quando si stipula un contratto, infatti, vi sono dei termini e delle scadenze. Molti Paesi, se non dovessero cedere al ricatto del presidente della Russia, avrebbero comunque diritto al gas naturale fino alla prima metà del mese di aprile, altri addirittura fino a maggio. Questo è ovviamente stabilito nei singoli contratti. Preso coscienza di ciò, si potrebbe accelerare per richiedere un sempre più immediato cessate il fuoco e ripristinare i regolari rapporti commerciali con la Russia.

Come si fa a pagare in rubli?

Come faranno gli Stati ostili a pagare in rubli il gas russo? Semplicemente, come ha richiesto Putin, aprendo un conto in rubli presso le banche russe. Al momento l’unica banca esente da sanzioni è la Gazprombank, grazie alla quale avvengono le transazioni per il gas naturale. Una volta aperto un conto in rubli, la banca che riceve il pagamento, trasferirà il tutto alla società Gazprom, che si occuperà poi di garantire le forniture di gas.

Bisogna leggere bene il decreto russo e non farsi ingannare dalle parole

Attenzione però, perchè presso la Gazprombank è possibile aprire conti anche in euro. Nel caso di pagamenti in euro, questi verranno prima convertiti in rubli e poi trasferiti alla Gazprom. Cosa cambia dunque? Sostanzialmente nulla, ma per Putin questo è un segno di potere che serve a ricattare l’Occidente costringendo a comprare valuta russa e depositarla sui conti della Gazprombank. I Paesi considerati ostili, che hanno già dichiarato di non voler pagare in rubli, dovranno a questo punto leggere bene il decreto di Putin e non farsi ingannare dalla propaganda Russa. Le parole, infatti, stanno a zero; sono i fatti quelli che contano.