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Gemelle siamesi separate a Roma: operazione a buon fine

Gemelle siamesi

Eccezionale intervento chirurgico andato a buon fine all'Ospedale Bambino Gesù di Roma, dove due gemelle siamesi algerine sono state separate.

Eccezionale intervento chirurgico andato a buon fine all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, dove due gemelle siamesi algerine sono state separate. L’operazione è durata in tutto dieci ore ed è stata effettuata da cinque equipe composte da quaranta specialisti in camera operatoria. Le due piccole, di diciassette mesi, erano unite da torace e addome. I genitori della bambine hanno ringraziato Papa Francesco, che si è adoperato per l’operazione. Nel corso della prossima settimana verrà svolto un nuovo intervento, sempre a Roma.

Gemelle siamesi separate

Per diciassette mesi Rayenne e Djihene sono rimaste unite con l’addome e il torace in comune. Nello specifico, le due bimbe avevano in comune la gabbia toracica e la cavità addominale, il pericardio (ovvero la membrana che riveste il muscolo cardiaco) con due cuori al suo interno e il fegato. Ma le due piccole avevano una rete vascolare speculare e distinta che ne permetteva la separazione.

Le due gemelle siamesi, di origini algerine, sono state separate al termine di un vero e proprio intervento eccezionale avvenuto all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Le due piccole sono state separate lo scorso mese (era il sette ottobre). Ma la notizia è cominciata a diffondersi soltanto adesso. Le condizioni delle due bambine sono considerate soddisfacenti.

L’intervento ha richiesto ben dieci ore di camera operatoria, con una alternanza di cinque equipe per un totale di quaranta persone coinvolte nell’operazione. Si tratta del secondo caso nella storia dell’Ospedale. Il primo, infatti, era avvenuto più di trenta anni fa. A conferma che si tratta di uno dei pochissimi casi di separazione di gemelle siamesi che sono stati effettuati in Italia.

L’intervento

Entrando maggiormente nel dettaglio, l’intervento è stato eseguito da un team multidisciplinare, composto in tutto da quaranta persone e guidato da Alessandro Inserra, direttore del Dipartimento Chirurgico. Per preparare al meglio questa operazione, sono stati realizzati dei modelli delle stampe 3D delle gemelle. Durante la fase di indagine, la struttura, gli organi, la rete vascolare e le dimensioni delle gemelle siamesi sono state replicate in ogni singolo dettaglio e particolare. La preparazione a questo eccezionale intervento è durata quasi un anno (le gemelle, infatti, sono nate nel maggio del 2016) per permettere all’organismo delle due bambine di poter sostenere un’operazione chirurgica così complessa e aggressiva.

In seguito, una speciale procedura ha permesso di dimezzare la durata dell’intervento, che di solito ha una media di diciotto-venti ore. Questo dimezzamento è stato possibile riducendo il tempo di esposizione delle bambine all’anestesia. Tutti gli studi clinici sono stati condotti da medici e specialisti in sette diverse aree.

Nel corso dell’intervento sono state divise le costole e il fegato. Successivamente è stato ricostruito lo sterno e il diaframma. In seguito è stato diviso e ricreato il pericardio attraverso sostanze biologicamente compatibili. Poi sono stati ricostruiti anche addome e parete toracica. Tutta la quantità di pelle necessaria per concludere l’intervento è stata ottenuta inserendo ai lati del tronco delle bimbe due espansori cutanei in silicone.

Grazie Papa Francesco

I genitori delle due bambine hanno fatto capire in maniera abbastanza chiara che sono riusciti a portare le figlie in Italia soprattutto grazie all’intervento da parte di Papa Francesco. Il padre e la madre delle piccole hanno voluto ringraziare per questo motivo il Pontefice per la grande opportunità che ha regalato alle due bambine.

Nel frattempo, nel corso delle prossime settimane un’altra coppia di gemelle siamesi, ricoverate sempre nel reparto di Neonatologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, verrà separata. Le due piccole in questo caso provengono dal Burundi. Il percorso clinico e chirurgico delle bambine algerine e burundesi rientrano nel piano delle missioni umanitarie che sono state promosse dall’Ospedale Pediatrico della Santa Sede. L’anno scorso, nel 2016, i casi pro bono sono stati in tutto circa cinquanta.